L’ultimo giorno di sole – Giorgio Faletti

Quando ero piccola, molto piccola, ho rincorso il sole.

Incipit L’ultimo giorno di sole

Quando ero piccola, molto piccola, ho rincorso il sole.
Ricordo il colore, ricordo il calore, ricordo la luce, ricordo l’ansia di raggiungerlo, come se la mia vita dipendesse da quella luce e da quel colore e da quel calore. E in effetti era così ma non me ne rendevo conto. Non potevo rendermene conto, perché ero persa fra una moltitudine di altri come me, divisi dalla frenesia e accomunati dal buio, ognuno teso a rincorrere la propria sopravvivenza, come l’istinto e la legge comandavano. Fuggivamo e nessuno di noi sapeva da cosa. Correvamo e nessuno di noi sapeva per quanto.
L’unica cosa chiara per tutti era la meta.

Incipit tratto da:
Titolo: L’ultimo giorno di sole
Autore: Giorgio Faletti
Casa editrice: Baldini&Castoldi

Libri di Giorgio Faletti

Copertina di L’ultimo giorno di sole di Giorgio Faletti

Quarta di copertina / Trama

«È il lavoro al quale Giorgio teneva di più e al quale ha messo mano e pensato fino alla fine.»
Roberta Bellesini Faletti
Mentre tutti fuggono alla ricerca di un improbabile luogo dove potersi salvare da una imminente esplosione solare, una donna decide di restare nel paese dov’è nata, e di guardarsi dentro.
Racconta a se stessa e al mondo che scompare ciò che ha visto e chi ha incontrato, le cose che ha vissuto e quelle che ha sognato.
E canta per esorcizzare il buio.
O per accogliere quel buio con straziante dolcezza.
Con mano felicissima Giorgio Faletti si congeda, assieme alla sua protagonista, nel segno di una commovente tenerezza per le cose umane.
Il racconto è diventato e tornerà a essere uno spettacolo teatrale, diretto da Fausto Brizzi e interpretato da Chiara Buratti (per la quale lo spettacolo era stato scritto e pensato).
(Baldini&Castoldi)

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