Storia di chi fugge e di chi resta – Elena Ferrante

Incipit Storia di chi fugge e di chi resta – Elena Ferrante

Incipit Storia di chi fugge e di chi resta

Ho visto Lila per l’ultima volta cinque anni fa, nell’inverno del 2005. Stavamo passeggiando di buon mattino lungo lo stradone e, come ormai da anni, non riuscivamo a sentirci a nostro agio. Parlavo solo io, mi ricordo: lei canterellava, salutava gente che nemmeno rispondeva, le rare volte che mi interrompeva pronunciava solo frasi esclamative, senza un nesso evidente con ciò che dicevo. Erano successe negli anni troppe cose brutte, alcune orribili, e per ritrovare la via della confidenza avremmo dovuto dirci pensieri segreti, ma io non avevo la forza di trovare le parole e lei, che forse la forza ce l’aveva, non ne aveva voglia, non ne vedeva l’utilità.
Le volevo comunque molto bene e quando venivo a Napoli cercavo sempre di incontrarla, anche se, devo dire, ne avevo un po’ paura. Era cambiata molto. Su entrambe la vecchiaia aveva avuto la meglio, ormai, ma mentre io combattevo contro la tendenza a prendere peso, lei era stabilmente pelle e ossa. Aveva capelli corti che tagliava da sola, bianchissimi non per scelta ma per trascuratezza. Il viso, molto segnato, rimandava sempre più a quello di suo padre. Rideva per il nervoso, quasi uno stridio, e parlava a voce troppo alta. Gesticolava di continuo, dando al gesto una tale feroce determinazione che pareva voler tagliare in due le palazzine, la strada, i passanti, me.

Incipit tratto da:
Titolo: Storia di chi fugge e di chi resta
Autrice: Elena Ferrante
Casa editrice: e/o
Qui è possibile leggere le prime pagine di Storia di chi fugge e di chi resta

Storia di chi fugge e di chi resta - Elena Ferrante

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Quarta di copertina / Trama

Elena e Lila, le due amiche la cui storia i lettori hanno imparato a conoscere attraverso L’amica geniale e Storia del nuovo cognome, sono diventate donne. Lo sono diventate molto presto: Lila si è sposata a sedici anni, ha un figlio piccolo, ha lasciato il marito e l’agiatezza, lavora come operaia in condizioni durissime; Elena è andata via dal rione, ha studiato alla Normale di Pisa e ha pubblicato un romanzo di successo che le ha aperto le porte di un mondo benestante e colto. Ambedue hanno provato a forzare le barriere che le volevano chiuse in un destino di miseria, ignoranza e sottomissione.
Ora navigano, con i ritmi travolgenti a cui Elena Ferrante ci ha abituati, nel grande mare aperto degli anni Settanta, uno scenario di speranze e incertezze, di tensioni e sfide fino ad allora impensabili, sempre unite da un legame fortissimo, ambivalente, a volte sotterraneo a volte riemergente in esplosioni violente o in incontri che aprono prospettive inattese.
(Ed. e/o)

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