Come il mare in un bicchiere – Chiara Gamberale

Incipit Come il mare in un bicchiere – Chiara Gamberale

Incipit Come il mare in un bicchiere

Sono le diciotto, ed eccomi davanti al portone del dottor R., ancora una volta.
Era da sette anni che non mi capitava, è da quando ne ho dodici che può capitarmi.
Di perdere il filo del senso e i contorni che separano me dal resto del mondo – la sensazione che “dovunque mi fossi trovata, sul ponte di una nave o in un caffè di Parigi o a Bangkok, sarei stata sotto la stessa campana di vetro, a respirare la mia aria mefitica”, confidava Sylvia Plath ai suoi diari. “E mi domandi perché mai si tace / l’anima mia, senza versarsi in grembo / alla notte che sogna? / Colma di me traboccherebbe tutta / a spegnere le stelle”, scriveva Rilke. La smarginatura, la chiama Lila nell’Amica geniale di Elena Ferrante. Qualcosa insomma che, se arriva lei, non ci sei più tu.
E di colpo non c’è più nemmeno il tempo, sono sempre le due di notte.

Incipit tratto da:
Titolo: Come il mare in un bicchiere
Autrice: Chiara Gamberale
In copertina: Elettra Mallaby
Casa editrice: Feltrinelli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Come il mare in un bicchiere

Come il mare in un bicchiere – Chiara Gamberale

Quarta di copertina / Trama

Fuori di testa. Che senso ha questa espressione? Semmai, le persone che nella vita di tutti i giorni si sentono strette come il mare in un bicchiere sono Dentro di Testa. Barricate nei loro pensieri, nelle loro emozioni esagerate. Proprio come Chiara, la protagonista di queste pagine, e come quegli amici che lei chiama gli Animali dell’Arca Senza Noè. Che però, quando la tragedia del Coronavirus impone di chiudersi in casa, hanno una reazione misteriosa. Contrariamente a chi di solito è capace di stare al mondo e si ritrova disorientato, Chiara e Daniela e Pierantonio e Gollum sembrano fin troppo capaci di sopportare la quarantena. Ma doveva ammalarsi il mondo, per permettere a loro di sentirsi meglio? Che cosa c’è, nelle restrizioni a cui sono chiamati, che li rassicura?
Chiara Gamberale, sempre così pronta a inventarsi modi originali per dare voce a ciò che sentiamo, nell’epocale primavera 2020 scrive una testimonianza che è allo stesso tempo un urlo e un abbraccio (senza mascherina). Parole forti, nuove, che portano ognuno di noi a chiedersi se, “finito quest’incubo, potremo rendere interiori e spirituali i gesti che per proteggerci abbiamo dovuto imparare.” Perché quel metro di distanza dagli altri, sia quando si infrange sia quando si rispetta, è comunque un potere nelle nostre mani.
L’intenzione di questo mio breve libro, che preferirei chiamare quaderno, non è tediarvi con il diario della mia quarantena, ognuno ha il suo ed è quello il più prezioso. La mia intenzione è arrivare a riflettere insieme su un protocollo di autodifesa psicologica ed emotiva che questa incredibile tragedia ci potrebbe suggerire.
(Ed. Feltrinelli)

Il ricavato delle vendite sarà devoluto dall’autrice allo spazio di accoglienza per i bambini e le famiglie di CasaOz in situazione di emergenza Covid-19.

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