Se non ora, quando? – Primo Levi

Incipit Se non ora, quando – Primo Levi

Incipit Se non ora, quando?

Al mio paese, di orologi ce n’erano pochi. Ce n’era uno sul campanile, ma era fermo da non so quanti anni, forse fin dalla rivoluzione: io non l’ho mai visto camminare, e mio padre diceva che neanche lui. Non aveva orologio neppure il campanaro.
– Al mio paese, di orologi ce n’erano pochi. Ce n’era uno sul campanile, ma era fermo da non so quanti anni, forse fin dalla rivoluzione: io non l’ho mai visto camminare, e mio padre diceva che neanche lui. Non aveva orologio neppure il campanaro.
– Allora come faceva a suonare le campane all’ora giusta?
– Sentiva l’ora alla radio, e si regolava col sole e con la luna. Del resto, non suonava tute le ore, ma solo quelle importanti. Due anni prima che scoppiasse la guerra si era rotta la corda della campana: si era strappata in alto, la scaletta era fradicia, il campanaro era vecchio e aveva paura di arrampicarsi fino lassù per mettere una corda nuova. Da allora in poi ha segnato le ore sparando in aria con il fucile da caccia: uno, due, tre, quattro spari. È andato avanti così finché sono venuti i tedeschi, il fucile glielo hanno preso, e il paese è rimasto senza ore.

Incipit tratto da:
Titolo: Se non ora, quando?
Autore: Primo Levi
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Se non ora, quando?

Se non ora, quando – Primo Levi

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Quarta di copertina / Trama

Con questo romanzo-epopea, Primo Levi ci dà un quadro nuovo dell’ebraismo dell’Europa orientale, presentando non più nella realtà delle piccole città ghetto galiziane o russe, ma in quella epica, in parte ancora ignota, delle brigate partigiane durante la seconda guerra mondiale e delle loro lotte, spesso d’avanguardia, spesso su due fronti, per la conquista di una patria, di una dignità e identità sino allora negate. Nelle avventure di una di queste bande si combinano fra loro i lineamenti di quanti, russi, polacchi e al tempo stesso ebrei, ebbero nella guerra partigiana la drammatica occasione di ricostruire se stessi, di riscattarsi, di riaffermarsi.«Nella neve e nel fango avevano trovato una libertà nuova, sconosciuta ai loro padri e ai loro nonni, un contatto con uomini amici e nemici, con la natura e con l’azione»; se non ora, quando avrebbero potuto agire da protagonisti?
Nelle paludi impenetrabili e nei deserti di neve della pianura russa si spostano personaggi competitivi ma stretti fra loro da vincoli fraterni, da affetti e da passioni, civili e selvaggi, mossi da bibliche certezze e insieme autoironici, disperati di Dio. Il loro itinerario parte dalle foreste della Russi Bianca e, attraverso incontri, separazioni, battaglie, si snoda in un intrico di avventure attraverso la Polonia e la Germania, fino alle vie della vecchia Milano, in una terra finalmente ospitale.
Venato di comicità sottile, mai incline a compiaciute descrizioni pur nell’affrontare talvolta situazioni cruente, Se non ora, quando? è il primo romanzo a pieno titolo di Levi.

Romanzo vincitore Premio Campiello 1982