Vizio di forma – Primo Levi

Incipit Vizio di forma - Primo Levi

Incipit Vizio di forma

Marta finì di rassettare la cucina, mise in funzione la lavatrice, poi accese una sigaretta e si stese sulla poltrona, seguendo distrattamente la televisione attraverso la fenditura della visiera. Nella camera accanto Giulio era silenzioso : stava probabilmente studiando, o scrivendo il compito di scuola. Da oltre il corridoio giungevano a intervalli regolari i fragori rassicuranti di Luciano, chee giocava con un amico.
(Protezione)

Incipit tratto da:
Titolo: Vizio di forma
Autore: Primo Levi
Casa editrice: Einaudi

Libri di Primo Levi

Vizio di forma - Primo Levi

Quarta di copertina / Trama

Pubblicati nel 1971, i racconti che compongono questo volume ci appaiono oggi muniti di singolari capacità profetiche. Primo Levi li aveva ambientati in un futuro prossimo, che allora sembrava tuttavia abbastanza lontano. Sono passati quindici anni, ed ecco che i divertimenti tecnologici e gli apologhi di Levi hanno finito in qualche caso per superarci, e li possiamo perfino leggere come le cronache del nostro presente di apprendisti stregoni, sempre meno capaci di controllare le forze che abbiamo scatenato.
Ecco Levi descrivere le atroci meraviglie dello knall, il cilindretto che dà la morte istantanea senza emorraggia e si vende «sciolto o a scatole di venti»; le inquietanti caratteristiche dell’acqua viscosa, che appesantisce lentamente la vita vegetale e animale sino alla morte; la rivolta delle piante, che decidono di non purificare più l’aria per l’uomo; o ancora la punizione che attende i due giovani sposi che si sono fatti tatuare sulla fronte delle scritte pubblicitarie. In quello che è forse il racconto più bello della raccolta, uno scenziato cerca i lemming, i roditori che un misterioso impulso spinge al suicidio, e nei componenti di una tribù brasiliana in via di estinzione, la risposta al perché si atrofizzi, negli animali e nell’uomo, la volontà di vita.
I racconti di Levi non si abbandonano tuttavia a voluttà apocalittiche e catastrofizzanti. Al contrario, il loro autore continua a professare un sostanziale ottimismo nelle capacità razionali dell’homo faberdi ribaltare situazioni largamente compromesse. Ma al di là di una banale disputa fra ottimisti e pessimisti, questi racconti confermano a quali felici risultati abbia portato in Levi la doppia componente scientifica e letteraria della sua ispirazione.
(Ed Einaudi; Nuovi Coralli)

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