Sotto la luna – Carlo Lucarelli

«Tra qualche giorno ci sarà la luna.»

Incipit Sotto la luna

«Tra qualche giorno ci sarà la luna.»
«C’è sempre la luna.»
«Sì, ma con questo buio non si vede. A Ghinda non ci sono le luci di Massaua.»
«Sentilo, le luci di Massaua… come se parlasse di Roma. Lanterne o candele sempre nel profondo dell’Africa siamo.»
«Ti sbagli, Piola, siamo in Italia. Per adesso, almeno.»
«Canelli, Canelli… questo è un discorso da disfattista.»
«Basta!»
Si voltarono tutti e due verso di me, seduto in bilico su uno sgabello zoppo contro la parete d’argilla dell’edmò. Ero rimasto in silenzio da tanto tempo che si erano dimenticati della mia presenza.

Incipit tratto da:
Titolo: Sotto la luna
Autore: Carlo Lucarelli
Casa editrice: Corriere della Sera

Libri di Carlo Lucarelli

Copertina di Sotto la luna di Carlo Lucarelli

Quarta di copertina / Trama

Seitàn! Seitàn! Il terribile nome vola sulle bocche degli abissini. Risuona sull’altopiano, lo sussurra anche la luna, nascosta nel buio troppo buio delle notti africane. Il Diavolo. Cosi chiamano gli indigeni, a ragion veduta, lo sterminatore italico. E tuttavia, al giovane tenente sbarcato nella colonia, quell’ufficiale ritto a cavallo di cui nessuno parla senza fare scongiuri, ispira la fascinazione metafisica di un Kurtz. Il capitano e il suo drappello di ascari, spettrali cavalieri dell’Apocalisse. Dalle incursioni in territorio nemico rientrano sempre soli; dei commilitoni, non uno che sia tornato indietro a raccontarne le gesta. Ora c’è un passeggero ansioso di salire sulla nave di questo olandese volante che vaga senza pace tra le piane etiopiche. Povero tenente, lui e la sua genealogia di generali, in cerca di gloria ed eroismo dove la guerra è guerra vera, non teorie d’accademia o propaganda di gazzette. Di contro, scoprirà forse dove alberghi il cuore della tenebra, se sia nero oppure bianco. Ma ecco che una nuova, lunga notte scende sull’Abissinia: conviene ritrarsi nel buio di pece e – occhi sgranati dal terrore ripetere quel nome che è leggenda, come un esorcismo a scacciare il male. Sperando, al primo sole, di essere ancora vivi. Seitàn… Seitàn…
(Ed. Corriere della Sera; Inediti d’autore)

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