Incipit Ogni riferimento è puramente casuale
Qui è possibile leggere le prime pagine di Ogni riferimento è puramente casualeLe trentaquattro primavere erano suonate da due mesi e avevano lasciato alle spalle di Samuel Protti un panorama di solitudine e devastazione. La storia della sua vita con Chiaretta era finita con un sms di lei che riportiamo fedelmente: «Addio, Samuel, tante care cose».
Incipit tratto da:
Si era conclusa così, in un soffio. Addio ai progetti, ai tre figli, addio all’invecchiare insieme. Sua madre lo aveva ascoltato in silenzio mentre Samuel, fra lacrime di rabbia e risentimento, le raccontava tutto. Poi lo aveva abbracciato a lungo e gli aveva detto: «Samuel, la credenzina torna a casa, eh?». Ci teneva tanto, era di nonna buonanima.
(A tutti i miei colleghi, ovunque voi siate)
Titolo: Ogni riferimento è puramente casuale
Autore: Antonio Manzini
Casa editrice: Sellerio
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Quarta di copertina / Trama
«Eppure quando aveva cominciato a lavorare nell’editoria le intenzioni erano altre. I libri servono. I libri sono i mattoni di una società, si diceva, i libri sono la barriera al pensiero unico, ai terrorismi teocratici, ai pensieri acritici, i libri sono l’ancora di salvezza e il livello di civiltà di una società. I libri siamo noi, ci rappresentano, pensiamo e viviamo perché ci sono dei libri da leggere. Tutti i figli di puttana del mondo si sono scagliati contro i libri, contro la libertà di esprimersi, di dire quello che si ha nel cuore, anche se inviso ai potenti, anche se contrario alle dittature. […] E adesso? Rendicontazioni, grande distribuzione, grafica accattivante, quarta di copertina, sconto editoriale, in una parola: marketing».
Tra realismo grottesco e thriller psicologico sette racconti sull’industria culturale, critici, sarcastici, che idealmente si ricollegano alla visione polemica di Sull’orlo del precipizio contro il cinismo e la speculazione che minacciano la libertà dei libri; ma in essi soprattutto si sente l’inventiva di un grande scrittore e la capacità di attrarre e imprigionare nella purezza del raccontare.
(Sellerio; Il divano)