Tre donne – Dacia Maraini

Incipit Tre donne

Odio i diari ma come una scema ne tengo uno in mano e ci scrivo pure, il problema è dove cavolo nasconderlo, mia madre per fortuna non è curiosa, ma mia nonna sì, una scimmia che ficca il naso dappertutto, anche se non mi denuncerebbe mai, la pensa come me, ma non mi va che legge quello che scrivo, questa è proprietà privata, vietato entrare, via, sciò! ho rotto con un martello la parete che è abbastanza spessa e poi ho chiuso il buco con una lastra di ferro che scivola in su e in giù e si può aprire e chiudere con un lucchetto attaccato a un chiodo dalla testa a occhiello e questo mi basta, poi ci ho appeso un quadro sopra e buonanotte, una abitudine che mi è rimasta da quando ero bambina: un diario, mia madre quando ci sono di mezzo libri o quaderni è sempre lì che mi dice: leggi! scrivi! e io con le mie piccole mani che neanche riuscivano a tenere in piedi una penna, provavo per fare piacere a lei, buttavo giù disegni, ghirigori, e alcune parole con una scrittura da cane ammaestrato, una malattia di famiglia, una sciagurata abitudine che mi ha contagiata come una malattia, ci sono le malattie di famiglia, no? eccomi qui col quaderno in mano, come mia nonna prima e poi mia madre, anche se mia nonna per tanti anni è stata sul palcoscenico e non le piace scrivere, ma parlare sì e così registra i suoi pensieri, un diario sonoro insomma, mio nonno prima di morire pare che scriveva poesie e la incoraggiava a mettere i pensieri sulla carta, mio padre, che è morto di leucemia sui trentotto anni, scriveva pure lui: articoli di sport, così dice mia madre, che io me lo ricordo appena perché è andato via quando avevo tre anni e mia madre è rimasta sola e ha dovuto mettersi a lavorare, e che poteva fare, visto che per lei scrivere e leggere in varie lingue era come respirare? la traduttrice, è chiaro! non poteva fare altro, lavorava e lavora tredici ore al giorno, praticamente si dimentica di mangiare per stare dietro alle parole… il fatto è che la pagano poco e sta sempre in bolletta, meno male che mia nonna guadagna qualcosa con le iniezioni, è così brava che la conoscono in tutto il quartiere e la chiamano da tutte le parti.

Incipit tratto da:
Titolo: Tre donne. Una storia d’amore e disamore
Autrice: Dacia Maraini
Casa editrice: Rizzzoli

Libri di Dacia Maraini

Copertina di Tre donne di Dacia Maraini

Quarta di copertina / Trama

Ogni donna è una voce, uno sguardo, una sensibilità unica e irripetibile. Lo sono anche Gesuina, Maria e Lori, una nonna, una madre e una figlia forzate dalle circostanze a convivere in una casa stregata dall’assenza prolungata di un uomo. Tanto Gesuina, più di sessant’anni e un’instancabile curiosità per il gioco dell’amore, è aperta e in ascolto del mondo, quanto Maria, sua figlia, vorrebbe fuggire la realtà, gli occhi persi tra le carte di traduttrice e i sentimenti rarefatti rivolti a un altrove lontano. Il ponte tra questi due universi paralleli è Lori, sedici anni fatti di confusione e rivolta, che del cuore conosce solo il ritmo istintivo dell’adolescenza. Ma il fragile equilibrio che regola la quotidianità di queste tre generazioni è destinato a incrinarsi quando un uomo irrompe nelle loro vite, e ristabilirne uno nuovo significherà abbandonarsi alla forma più pura di passione, quella per la libertà.
Tre donne illumina i percorsi nascosti e gli equilibri impossibili del desiderio, li fotografa con un taglio inedito che ne coglie le delicate sfumature in tutte le età della vita.
(Ed. Rizzoli)

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