Euridice aveva un cane – Michele Mari

Per Bragonzi l’unica cosa bella, nella triste vita del Collegio di Quarto dei Mille, erano le partite di pallone

Incipit Euridice aveva un cane

Per Bragonzi l’unica cosa bella, nella triste vita del Collegio di Quarto dei Mille, erano le partite di pallone. Eppure, anche quella beltà era angosciata. Se n’era accorto fin dalla prima partita, quando vide che al momento di tirare in porta anche i più bravi, anche i più grandi avevano una specie di contrazione, come si trattenessero: e ne usciva infatti un tiro debole, incerto, che il portiere facilmente parava. E sì che l’attimo prima quello stesso attaccante sembrava gagliardo, si era avventato impetuoso sul pallone, lo aveva difeso, si era precipitato a lunghe falcate verso l’area: ma poi… ma poi quel tiro fiacco.
Si decise a chiedere solo alla terza partita, dopo che gli capitò di tirare molto forte e il pallone, impennandosi, per poco non andava dall’altra parte, oltre il muro che segnava la fine del cortile: «Uuuuh…» fecero tutti in coro coprendosi gli occhi con le mani, e quando il pallone ricadde dentro il cortile, anziché rallegrarsi, lo redarguirono aspramente. «Ma perché, cosa ho fatto di male? – domandò a Paltonieri mentre rientravano per la merenda; – e se anche il pallone andava di là, c’era da fare tutta quella scena?»
(I palloni del signor Kurz)

Incipit tratto da:
Titolo: Euridice aveva un cane
Autore: Michele Mari
Casa editrice: Einaudi

Libri di Michele Mari

Copertine di Euridice aveva un cane di Michele Mari

Quarta di copertina / Trama

«Il linguaggio arcaizzante che Mari adopera in Euridice aveva un cane riesce a essere straordinariamente nuovo e attuale, a cavallo tra lo stile delle Operette morali di Leopardi e i giochi linguistici di Tommaso Landolfi».
Gesualdo Bufalino, «L’Europeo»

«Mari ha forse scritto il testo piú straziante e profondo degli ultimi anni».
Franco Cordelli, «Corriere della Sera»

I palloni del signor Kurz, Tutto il dolore del mondo, In virtú della mostruosa intensità, Euridice aveva un cane, Il volto delle cose sono alcuni degli straordinari racconti visionari e malinconici che compongono questo volume. Sullo sfondo di luoghi rassicuranti – una località di villeggiatura, un collegio, una scuola – ma carichi di segnali inquietanti, Mari mette in scena storie di vita quotidiana, in cui paura e umorismo, invenzioni irresistibili e finali imprevisti, attendono il lettore che ritroverà in ogni pagina i terrori e i turbamenti di ogni infanzia e adolescenza.
(Ed. Einaudi)

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