Io venía pien d’angoscia a rimirarti – Michele Mari

Incipit Io venía pien d’angoscia a rimirarti

Se il mio signor Padre sapesse che sono ormai alcune settimane ch’io vo disertando la Santissima Scrittura del Diodati per attendere a queste carte, oh allora sí che sarei servito! Quanto alla signora Madre, nemmen oso pensare al tremendo castigo cui mi serberebbe, ché certo saprebbe scovarne uno buono de’ suoi! Ma in questa casa è sempre andato e sempre andrà che si debba vivere come sorvegliati da’ birri, e che non s’abbia pace neanche nel chiuso della propria stanza.

Incipit tratto da:
Titolo: Io venía pien d'angoscia a rimirarti
Autore: Michele Mari
Casa editrice: Einaudi

Libri di Michele Mari

Copertine di Io venía pien d'angoscia a rimirarti di Michele Mari

Quarta di copertina / Trama

Cosa nasconde il giovane Giacomo Leopardi dietro il suo amore per la Luna? A quali aberranti ipotesi dà adito il diario in cui Orazio Carlo riporta le parole e i gesti del fratello maggiore? Un gioco letterario raffinato e divertente, il ritorno di un libro introvabile e ormai diventato di culto.

Recanati, 1813. In un austero palazzo nobiliare, il giovane Orazio Carlo tiene un diario nel quale riporta le parole e le azioni del fratello maggiore, Tardegardo Giacomo. Ad attirare l’attenzione del ragazzo è il comportamento misterioso di Tardegardo, che si diletta di poesia e ha tranquille abitudini da erudito, ma è anche roso da una sconvolgente irrequietezza. Nel frattempo, in paese, alcuni episodi cruenti turbano la serenità degli abitanti. Si alternano così la rivisitazione della vita e delle opere di un giovane poeta e gli elementi di un romanzo nero, come delitti efferati, coincidenze lunari e antiche vicende di sangue. Riprendendo i modi della prosa italiana dell’Ottocento, il romanzo è l’esecuzione musicale di un apocrifo leopardiano, ed è al contempo un’originale variazione sul tema del doppio. «Un apologo misurato ed elegante, – ha scritto Lorenzo Mondo, – sulla faccia notturna della vita, sulle pulsioni selvagge che ricollegano l’uomo al tempo delle origini».

«Michele Mari è un “caso” letterario unico: me lo conferma questo singolarissimo capriccio – penso al valore musicale ma anche passionale di questa parola».
Giorgio Manganelli
(Ed. Einaudi; L’Arcipelago)

Indice cronologico opere e bibliografia di Michele Mari