Incubo ad aria condizionata – Henry Miller

Incipit Incubo ad aria condizionata

Fu in un albergo di Pittsburgh che terminai il libro su Ramakrishna di Romain Rolland. Pittsburgh e Ramakrishna: è possibile un contrasto più violento? L’uno il simbolo della forza brutale e della ricchezza, l’altro la perfetta incarnazione dell’amore e della saggezza.
Cominciamo qui, dunque, proprio al centro dell’incubo, nel crogiuolo dovetutti i valori sonoridotti in scorie.
Mi trovo in quella che si può considerare una comoda stanzetta di un albergo moderno dotato di tutti gli ultimi comfort. Il letto è pulito e soffice, la doccia funziona perfettamente, la ciambella del gabinetto è stata sterilizzata alla partenza dell’ultimo ospite, se devo credere alla striscia di carta che l’inghirlanda; sapone, asciugamani, lampade, carta da lettere, tutto è fornito in abbondanza.
Sono depresso, depresso oltre ogni limite. Se dovessi occupare questa stanza per qualche tempo diventerei matto: o mi ucciderei. Lo spirito del posto, lo spirito degli uomini che ne hanno fatto l’orrenda città che è, filtra dalle pareti. C’è il delitto nell’aria. Mi soffoca.

Incipit tratto da:
Titolo: Incubo ad aria condizionata
Autore: Henry Miller
Traduzione: Vincenzo Mantovani
Titolo originale: The Air-Conditioned Nightmare
Casa editrice: Feltrinelli

Libri di Henry Miller

Copertine di Incubo ad aria condizionata di Henry Miller

Incipit The Air-Conditioned Nightmare

It was in a hotel in Pittsburgh that I finished the book on Ramakrishna by Romain Rolland. Pittsburgh and Ramakrishua — could any more violent contrast be possible? The one the symbol of brutal power and wealth, the other the very incarnation of love and wisdom.
We begin here then, in the very quick of the nightmare, in the crucible where all values are reduced to slag.
I am in a small, supposedly comfortable room of a modem hotdl equipped with all the latest conveniences. The bed is clean and soft, the shower functions perfectly, the toilet seat has beensterilized since the last occupancy, if I am to believe what is printed on the paper band which garlands it; soap, towels, lights, stationery, everything is provided in abundance.
I am depressed, depressed beyond words. If I were to occupy this room for any length of time I would go mad — or commit suicide. The spirit of the place, the spirit of the men who made it the hideous city it is, seeps through the walls. There is murder in the air. It suffocates me.

Incipit tratto da:
Title: The Air-Conditioned Nightmare
Author: Henry Miller
Language: English

Quarta di copertina / Trama

L’anno è il 1939: Henry Miller, scrittore maledetto e amatissimo, torna negli Stati Uniti dopo un decennale “esilio” francese. Il suo intento è andare alle radici dell’americanità, nella cultura e nella natura – maestosa, materna e feroce, commovente nel suo abbraccio onnicomprensivo. Il suo fu un grande viaggio che lo portò a incontrarsi e scontrarsi con un campionario di esseri umani vasto come gli Stati Uniti stessi. In questo libro Miller ci racconta come erano gli Usa negli anni quaranta, facendoci scoprire che per molti aspetti non erano tanto diversi dalla superpotenza che ancora oggi ben conosciamo: grandi affari e umane piccolezze, mass media che addormentano e incitano, inquinamento fuori controllo ma anche possibilità di lavorare duramente costruendo il proprio sogno. Un paese divenuto un “incubo ad aria condizionata” in cui uomo e natura non hanno più molto da dirsi ma continuano a convivere in un matrimonio indissolubile.
(Ed. Feltrinelli; Universale Economica)

Indice cronologico opere e bibliografia di Henry Miller