Colori Proibiti – Yukio Mishima

Yasuko, secondo il rituale di quegli incontri, si era seduta sulle ginocchia di Shunsuke, che oziava in veranda adagiato su un sedile di giunco.

Incipit Colori Proibiti

Yasuko, secondo il rituale di quegli incontri, si era seduta sulle ginocchia di Shunsuke, che oziava in veranda adagiato su un sedile di giunco. Ciò lo rendeva felice. Il tempo era decisamente estivo e, di mattina, Shunsuke non riceveva visite. In quelle ore lavorava se aveva l’estro, altrimenti scriveva qualche lettera, faceva portare il divano di giunco in giardino all’ombra degli alberi, si sdraiava a leggere abbandonando ben presto il libro sulle ginocchia, oppure agitava il campanello per chiamare la cameriera e ordinava il tè; se la notte precedente, per qualche ragione, non aveva dormito, tirava fino al petto la coperta stesa sulle gambe e si lasciava andare a un breve sonno. Ancora adesso, a sessantacinque anni passati, non aveva un solo interesse dopo di questo nome. Non per una questione di principio. Semplicemente, gli mancava quella percezione oggettiva del rapporto tra sé e gli altri che è indispensabile per qualsiasi interesse. Questa completa assenza di oggettivazione, l’impaccio e l’aleatorietà del rapporto con l’esterno e col proprio intimo conferivano un tono di originalità anche alle opere della sua età ma tura, ma avevano un limite; erano andati a scapito di elementi essenziali di un romanzo quali gli incidenti che nascono drammaticamente dai conflitti di carattere fra i personaggi, le notazioni satiriche, il rilievo plastico dei caratteri stessi, il contrasto tra ambiente e personaggi… Dipendeva da questo se due o tre critici particolarmente severi stentavano ancora a dichiararlo un grande scrittore.

Incipit tratto da:
Titolo: Colori Proibiti
Autore: Yukio Mishima
Traduzione: Lydia Origlia
Titolo originale traslitterato: Kinjiki
Casa editrice: De Agostini

Libri di Yukio Mishima

Copertine di Colori proibiti di Yukio Mishima

Quarta di copertina /Trama

Colori Proibiti ruota attorno al tema della Bellezza, che diventa perfetta forma di conoscenza.
Shunsuke è uno scrittore ultrasessantenne giunto ai vertici della fama ossessionato dalla propria bruttezza, che ha finito per trasformarsi anche in pavidità morale. L’ultima delle sue giovani amanti lo abbandona per seguire Yuichi, un ragazzo che Shunsuke avvicina durante una gita al mare. È bellissimo, e l’incontro con colui che egli avrebbe voluto essere sconvolge lo scrittore: Di qui si sviluppa l’intreccio, coinvolgendo a un tempo vicende personali e destini collettivi. LA bellezza infrange il cerchio perverso della decadenza, divide, afferma, si fa rivolta. È forse questo il “colore proibito” (proibito dalla società, dal potere, dal mondo desacralizzato) al quale il titolo allude? “Proibiti sono anche gli amori che Yuichi vive e accende.
Il romanzo, in parte autobiografico, è tra i più maturi dello scrittore; in esso si ritrovano i temi centrali della sua opera; una critica aspra ai Giappone moderno che ha rifiutato le tradizioni, la contestazione del produttivismo come corruzione, una virile forma di disinganno.
Yuichi è un giovane Dionisio, «la sua bellezza – si legge – risplende sulle rovine della personalità»; nel delirio e nello scatenamento , non in una psicologia intellettuale, ci si avvicina al volto del Vero, nel suo splendore terribile. Quando avremo trasformatogli istinti e gli impulsi carnali in una completa esperienza simbolico-fisica – solo allora potremo finalmente raggiungere l’intera verità su noi stessi.
(Ed. De Agostini)

Cronologia opere e bibliografia di Yukio Mishima