Morgana – Michela Murgia e Chiara Tagliaferri

Incipit Morgana – Michela Murgia e Chiara Tagliaferri

Incipit Morgana

Primavera del 1976. Una quindicenne bellissima con uno strano sorriso da Monna Lisa e lunghi capelli biondi aspetta l’autobus a Genova. Dovrebbe indossare la divisa delle orsoline, ma preferisce nasconderla piegata in borsa: quando esce di casa si cambia dove può e mette una minigonna. Si ferma un ragazzo su una vecchia Mini Cooper e le chiede se vuole un passaggio. Il ragazzo si chiama Antonio, ha ventitré anni ed è bello anche lui. […]
(Moana Pozzi)

Incipit tratto da:
Titolo: Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe
Autrici: Michela Murgia e Chiara Tagliaferri
Casa editrice: Mondadori
Qui è possibile leggere le prime pagine di Morgana

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Quarta di copertina / Trama

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Controcorrente, strane, pericolose, esagerate, difficili da collocare. E rivoluzionarie. Sono le dieci donne raccontate in questo libro e battezzate da una madrina d’eccezione, la Morgana del ciclo arturiano, sorella potente e pericolosa del ben più rassicurante re dalla spada magica. Moana Pozzi, Caterina da Siena, Grace Jones, le sorelle Brontë, Moira Orfei, Tonya Harding, Marina Abramovic, Shirley Temple, Vivienne Westwood, Zaha Hadid.
Morgana non è un catalogo di donne esemplari; al contrario, sono streghe per le donne stesse, irriducibili anche agli schemi della donna emancipata e femminista che oggi, in piena affermazione del pink power, nessuno ha in fondo più timore a raccontare.
Il nemico simbolico di questa antologia è la “sindrome di Ginger Rogers”, l’idea – sofisticatamente misogina – che le donne siano migliori in quanto tali e dunque, per stare sullo stesso palcoscenico degli uomini, debbano sapere fare tutto quello che fanno loro, ma all’indietro e sui tacchi a spillo. In una narrazione simile non c’è posto per la dimensione oscura, aggressiva, vendicativa, caotica ed egoistica che invece appartiene alle donne tanto quanto agli uomini.
Le Morgane di questo libro sono efficaci ciascuna a suo modo nello smontare il pregiudizio della natura gentile e sacrificale del femminile. Le loro storie sono educative, non edificanti, disegnano parabole individuali più che percorsi collettivi, ma finiscono paradossalmente per spostare i margini del possibile anche per tutte le altre donne.
Nelle pagine di questo libro è nascosta silenziosamente una speranza: ogni volta che la società ridefinisce i termini della libertà femminile, arriva una Morgana a spostarli ancora e ancora, finché il confine e l’orizzonte non saranno diventati la stessa cosa.
(Ed. Mondadori; Strade blu)

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