Viaggio in Sardegna – Michela Murgia

Incipit Viaggio in Sardegna – Michela Murgia

Incipit Viaggio in Sardegna

La categoria dell’alterità è consapevolmente presente nei sardi come elemento proprio della loro identità, tanto che a parlarci risulta abbastanza comune che essi si descrivano principalmente come cosa diversa rispetto ai «continentali» e agli altri stranieri. Questa visione piuttosto egocentrica della propria stimata specialità non è diversa da quella di molti altri posti d’Italia, ma la cosa che conferma perentoriamente agli occhi dei sardi l’esistenza effettiva di una loro alterità è che di solito si tratta di una percezione ricambiata: chi si rapporta ai sardi come stereotipo etnico non sa effettivamente a chi accomunarli, perché non sembrano rientrare nelle categorie di lettura che identificano il tipo di italiano a seconda della latitudine in cui si nasce e vive. È certamente l’insularità a determinare questa percezione ambivalente, ma le ragioni vere sono, più che geografiche, soprattutto storiche e culturali.

Incipit tratto da:
Titolo: Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell'isola che non si vede
Autrice: Michela Murgia
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Viaggio in Sardegna

Viaggio in Sardegna - Michela Murgia

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Quarta di copertina / Trama

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“Ci sono buchi in Sardegna che sono case di fate, morti che sono colpa di donne vampiro, fumi sacri che curano i cattivi sogni e acque segrete dove la luna specchiandosi rivela il futuro e i suoi inganni. Ci sono statue di antichi guerrieri alti come nessun sardo è stato mai, truci culti di santi che i papi si sono scordati di canonizzare, porte di pietra che si aprono su mondi ormai scomparsi, e mari di grano lontani dal mare, costellati di menhir contro i quali le promesse spose strusciano impudicamente il ventre nel segreto della notte, vegliate da madri e nonne. C’è una Sardegna come questa, o davanti ai camini si racconta che ci sia, che poi è la stessa cosa, perché in una terra dove il silenzio è ancora il dialetto più parlato, le parole sono luoghi più dei luoghi stessi, e generano mondi. Un’isola delle storie che va visitata così: attraverso percorsi di parole che disegnino i profili dei luoghi, diano loro una forma al di là delle pietre lise, li rendano ricordo condiviso e infine aiutino a dimenticarli, perché non corrano il rischio di restare dentro e prenderne il posto. Questa storia è un viaggio in compagnia di dieci parole, dieci concetti alla ricerca di altrettanti luoghi, più uno. Undici mete, perché i numeri tondi si addicono solo alle cose che possono essere capite definitivamente. Non è così la Sardegna, dove ogni spazio apparentemente conquistato nasconde un oltre che non si fa mai cogliere immediatamente, conservando la misteriosa verginità delle cose solo sfiorate.”
(Ed. Einaudi)