L’orchestra del Titanic – Alessandro Perissinotto

« E due pezzi di focaccia, quella con le olive.»

Incipit L’orchestra del Titanic

« E due pezzi di focaccia, quella con le olive.»
«È tutto signora Anna?»
«Sì, direi di sì… Ah, no aspetti, mi dia anche una polentina.»
Le polentine del forno Tresoldi erano la materializzazione di un ricordo d’infanzia. Il loro gusto zuccheroso e il loro colore giallo intenso mi facevano tornare a quelle domeniche trascorse da bambina con la nonna Maria, Maria di Bergamo, per distinguerla dall’altra nonna Maria, quella paterna, che a Torino viveva nell’appartamento accanto al nostro. La polentina era un rituale, un tassello di un mosaico che si componeva sempre uguale, una domenica ogni quattro, mese dopo mese, anno dopo anno; il pranzo, poi mio padre sdraiato sul divano della cucina, a riposare prima di mettersi di nuovo alla guida, mentre io la nonna e la mamma facevamo una passeggiata, sempre uguale anche quella: le mura, il Colle Aperto, poi giù da via Colleoni, fino al forno Tresoldi. Una polentina piccola, che sennò veniva la carie, e da mangiare in due volte: tre morsi subito e il resto in macchina, durante il viaggio di ritorno, facendo attenzione a non riempire di briciole il sedile della 124.
«Quale preferisce?» mi chiese la commessa aprendo la vetrinetta.
Le indicai la più piccola, come se avessi avuto paura di voltarmi e di incrociare ancora lo sguardo severo di mia madre. Ma in fondo era meglio così, l’aver mantenuto quell’antica abitudine alla misura, alla morigeratezza, mi rendeva meno difficile il contenermi, ora che, finita la mia vita torinese, davanti al forno Tresoldi di Bergamo ci passavo ogni giorno e soprattutto ora che al problema della carie si aggiungeva quello di conservare la taglia 42.

Incipit tratto da:
Titolo: L’orchestra del Titanic
Autore: Alessandro Perissinotto
Casa editrice: Rizzoli

Libri di Alessandro Perissinotto

Copertina di L’orchestra del Titanic di Alessandro Perissinotto

Quarta di copertina / Trama

La strada di Anna Pavesi continua a essere costellata di enigmi da sciogliere.
Psicologa di mestiere e detective suo malgrado, la donna sempre fuori posto è ormai una professionista del mistero. Un altro caso da risolvere le viene incontro, e questa volta ha gli occhi disperati di una madre impotente, Rina Melzi. Sua figlia, ospite di un villaggio-vacanze tunisino con il fidanzato, si è messa nei guai. Mentre fuori la fabbrica del divertimento funzionava a pieno ritmo, qualcosa è sfuggito al suo controllo. E ora, inchiodata a un letto d’ospedale sotto sedativi, ricorda solo il corpo senza vita di quell’animatore. In Anna è riposta ogni speranza di far affiorare il movente dell’omicidio dalla fragile confusione della ragazza. Dove i metodi d’indagine della polizia si rivelano inefficaci possono invece i ferri del mestiere di psicologa, l’approccio caldo e personale di Anna al dolore della gente. Con in valigia qualche bikini e le insicurezze di sempre, la dottoressa Pavesi approda in una Djerba da canicola estiva. Nel mondo artefatto del villaggio-vacanze Calypso Anna dovrà indagare con discrezione; attorno a lei la stessa atmosfera di irreale serenità nella quale l’orchestra del Titanic continuò a suonare fino all’ultimo istante prima del naufragio. Per gli altri ignari turisti, infatti, lo spettacolo non può che continuare.
Alessandro Perissinotto con questo romanzo toccante, tinto di una leggerezza che spinge verso l’alto le possibilità di raccontare la realtà, completa la trilogia delle inchieste di Anna Pavesi, tracciando un affresco con colori impastati di spezie e di sabbia del deserto, un affresco che svela la sottile trama con cui il destino tesse le nostre vite.
(Ed. Rizzoli)

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