Savana padana – Matteo Righetto

Anche pochi minuti e sarebbero finalmente giunti a destinazione

Incipit Savana padana

Anche pochi minuti e sarebbero finalmente giunti a destinazione. Per strada tutto liscio. Né polizia, né carabinieri. Berto guidava il furgone con una mano, mentre nell’altra stringeva un pezzo di carta stropicciata sul quale si era frettolosamente annotato la strada da seguire. Grondava di sudore dalla testa alla pianta dei piedi e non vedeva l’ora che quella storia finisse al più presto.
Scarpe da ginnastica, pantaloncini corti, una camicia di lino aperta sul petto villoso e al collo una catena d’oro con un grosso crocifisso. Uomo di poche parole e tante bestemie, al punto di essere soprannominato «Sacramento», Berto era alto e corpulento, con pochi capelli in testa concentrati sulle tempie e sulla nuca. Li portava lunghi, sempre imbrattati di sudore e di gel per un disgustoso effetto lurido. Quella notte aveva con sé soltanto un marsupio allacciato in vita con dentro tutto il necessario, più un rosario della Madonna di Monte Berico. Perché lui era devoto di quella Madonna là. Di tutte le altre no, ma di quella sì. Quella notte sbirciava il foglietto, toccava il marsupio. Toccava il marsupio, sbirciava il foglietto, guidava.

Incipit tratto da:
Titolo: Savana padana
Autore: Matteo Righetto
Casa editrice: TEA

Libri di Matteo Righetto

Quarta di copertina / Trama

Il Brenta da una parte, il Piovego dall’altra. Due corsi d’acqua stringono a tenaglia una terra piatta umida e tignosa dove l’afa d’estate è mortifera. Tra queste campagne c’è San Vito. Una chiesa, tre condomini e qualche villetta su una strada lunga e dritta che spacca in due l’intero paese. Con un bar da una parte e uno dall’altra. In mezzo, cinesi, zingari, una banda scalcinata di delinquenti locali, una statua di Sant’Antonio e un carabiniere che crede di sapere il fatto suo.
Savana padana è un irresistibile «western» teso, graffiante, crudo e ambientato in una landa perduta del Nordest di oggi; un romanzo che gioca con i dialetti, i colori, il sangue e le corrotte geometrie umane e sociali di una terra epica.
(Ed. TEA; Narrativa Tea)

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