Le parrocchie di Regalpetra – Leonardo Sciascia

Nella chiesa del Carmine c’è un massiccio sarcofago di granito, due pantere rincagnate che lo sostengono.

Nella chiesa del Carmine c’è un massiccio sarcofago di granito, due pantere rincagnate che lo sostengono.

Incipit Le parrocchie di Regalpetra

Nella chiesa del Carmine c’è un massiccio sarcofago di granito, due pantere rincagnate che lo sostengono. Vi riposa «l’Ill.mo don Girolamo del Carretto, conte di questa terra di Regalpetra, che morì ucciso da un servo a casa sua, il 6 maggio 1622».
Se ne parlava tempo addietro col parroco del Carmine. Mi piacerebbe vedere com’è, dicono sia stato imbalsamato – disse il veterinario comunale. Un’idea folgorò il parroco. Disse – farò aprire il sarcofago, chi vuole vedere il conte pagherà cinquanta lire, la mia chiesa ha bisogno di tante cose.
Invece ha avuto venti milioni dal governo per restaurare la chiesa, buttarla giù e rifarla più brutta; ha dovuto far rimuovere il sarcofago: e i regalpetresi hanno visto gratis l’Ill.mo don Girolamo del Carretto. Non tutti: perché il parroco subito si scocciò del pellegrinaggio tumultuoso, non c’era sugo, chiuse le porte della chiesa.

Incipit tratto da:
Titolo: Le parrocchie di Regalpetra
Autore: Leonardo Sciascia
Casa editrice: Laterza

Libri di Leonardo Sciascia

Copertine di Le parrocchie di Regalpetra di Leonardo Sciascia

Quarta di copertina / Trama

Un altro libro xhw, con quello di Scotellaro, ci sembra una delle punte, una realizzazione tipica del neorealismo, è Le parrocchie di Regalpetra di Leonardo Sciascia. In paragone con quello di Scotellaro, il libro di Sciascia è più “scritto” nel senso tradizionale del termine. Nella prima partedi esso si può osservare un elemento che ricorre spesso nelle opere neorealistiche: il bisogno di rinarrare in rapporto a se stessi, il periodo fascista; mettere a posto se stessi in quel passato. È un bisogno di confessione. Un altro elemento cospicuo nel libro di Sciascia è il rimorso per la propria vita più agiata rispetto a quella degli uomini che lo circondano: un rimorso non moralistico ma, si direbbe, esistenziale, perché dà a chi lo prova un senso di precarietà e di paura per il proprio stesso futuro. La parte più compatta di Le parrocchie di Regalpetra è quella intitolata Cronache scolastiche. Questo blocco di pagine, in cui non soltanto lo stato di abiezione fisica, ma anche l’indigenza morale dei piccoli allievi è detta e documentata calcandovi per farne un capo d’accusa alla “Italia ufficiale”, sono certo tra le migliori, più sincere e più energiche, uscite in Italia dopo la guerra… Se poi molte opere prodotte dal neorealismo, misurate oggi con diverso criterio, appaiono diminuite, condizionate dal clima in cui sono sorte, questo non è vero per tutte. Alcuni libri, in primo luogo Contadini del Sud di Scotellaro, oppure Le parrocchie di Regalpetra di Sciascia, conservano un valore intatto. Vi è, in fondo al loro documentario, una ricchezza di scoperta di fatti sociali e umani prima ignoti e mal noti, che li rende utili e viitali.
GUIDO PIOVENE
(Ed. Laterza)

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