Lo Schiavo – Isaac B. Singer

Il giorno cominciò con il verso di un singolo uccello.

Incipit Lo Schiavo

Il giorno cominciò con il verso di un singolo uccello. Tutti i giorni lo stesso uccello, lo stesso verso. Era come se la piccola creatura annunciasse l’avvicinarsi dell’alba alla sua nidiata. Jacob aprì gli occhi. Le quattro mucche giacevano sulle loro lettiere di paglia e sterco; al centro della stalla si trovavano alcuni sassi anneriti, e alcuni rami bruciacchiati, il focolare sul quale Jacob cuoceva l’orzo e le focacce di granoturco da mangiare con il latte. Il giacilio di Jacob era fatto di paglia e fieno e durante la notte egli si copriva con un lenzuolo ruvido di lino che adoperava di giorno per mettervi l’erba destinata al bestiame; era estate, ma le notte continuavano ad essere fredde sui monti. Jacob si alzava più d’una volta nel cuor della notte per scaldarsi le mani e i piedi sui corpi degli animali.

Incipit tratto da:
Titolo: Lo Schiavo
Autore: Isaac Bashevis Singer
Traduzione: Bruno Oddera
Titolo originale: The Slave
Casa editrice: Teadue

Libri di Isaac Bashevis Singer

Copertine di Lo Schiavo di Isaac Bashevis Singer

Quarta di copertina / Trama

Il mondo è una terra desolata e un vecchio ebreo se ne sta da solo, nella notte, abbracciato alla Torà, sua unica sposa; Jacob, questo vecchio ebreo derelitto, muore come un santo, dopo aver conosciuto progrom, schiavitù, lutti, ma anche l’amore di due donne. L’uomo semplice, che il destino ha voluto sradicare e spogliato di tutto, ha vissuto la sua umanissima vicenda in un universo immerso nel caos, in un mondo in cui tutto sembra senza speranza, scivolando nella solitudine e nella disperazione. Eppure, alla fine, la sua esistenza ha conquistato un senso e, con la forza segreta del suo amore, Jacob accetta serenamente il suo destino perchè « tutto ciò che Dio fa, è per il meglio ». Con il passo sicuro dei grandi narratori, Singer ci porta, attraverso le pagine di questo suo intenso romanzo dal respiro vasto e avvolgente, nella Polonia del XVII secolo, in un luogo di tragedia e di superstizione, in un paese devastato e disumanizzato in cui si muovono contadini imbarbariti, arroganti aristocratici, fanatici seguaci di Sabbatai Zevi, il falso Messia, e Jacob, un piccolo ebreo smarrito che ha imparato a essere sempre pronto ad amare.
(Ed. TeaDue)

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