Storia umana della matematica – Chiara Valerio

Incipit Storia umana della matematica – Chiara Valerio

Incipit Storia umana della matematica

Tutto quello di cui Euclide parla, non esiste.
Non esiste una retta senza spessore, e non esistono circonferenze perfette. L’immaginazione che Euclide, dal III secolo prima di Cristo a oggi, richiede a chi legge i suoi Elementi è piú grande di quella necessaria a seguire le storie degli dèi e degli eroi.
I fregi dei templi greci avrebbero potuto raccontare di parallele, triangoli e figure la cui esistenza coincide e termina con la descrizione grandiosa che Euclide ne ha fatto, cosí come le sirene e gli ippocentauri esistono solo nella mitologia, o nei sogni. Tuttavia, se qualcuno ha giurato di aver visto un ippocentauro – e non era poi tanto grande, assicura Flegonte –, e di essersi fatto legare all’albero della nave per ascoltare, senza morirne, il canto delle sirene, nessuno ha mai incrociato un punto senza dimensione, né si è vantato di averlo visto. Il punto, come Euclide lo definisce, è ciò che non ha parti. Non si può attraccare al punto, afferrare il punto, circumnavigare il punto e nemmeno si potrebbe mettere un punto.

Incipit tratto da:
Titolo: Storia umana della matematica
Autrice: Chiara Valerio
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Storia umana della matematica

Storia umana della matematica - Chiara Valerio

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I matematici sono uomini come tutti gli altri, alle prese con un talento spesso precoce, imperativo e solitario. Cosí le loro grandi scoperte sono anche vicende di padri e figli, balistica e cibernetica, amori e fallimenti, ostinazione e fortuna. Attraverso le storie di sei matematici veri e uno finto, Chiara Valerio ci racconta la seduzione della piú inafferrabile delle scienze esatte.
Se la letteratura nasce quando qualcuno urla al lupo e il lupo non c’è, e la fisica comincia quando qualcuno capisce come accendere il fuoco strofinando le pietre, la matematica quando nasce? La matematica nasce perché gli esseri umani sono impazienti. Torneranno i lupi, saranno piú di noi? Quanto ci vuole per accendere il fuoco con i sassi? Gli esseri umani hanno bisogno di segnare il tempo, un prima un dopo. E per segnare il tempo si sono inventati i numeri: allineare sassolini uno dietro l’altro, annodare un filo, stabilire una successione. È questa la storia avvincente e vertiginosa che ci racconta Chiara Valerio, attraverso le vite di sette matematici – sei veri e uno finto. Perché la matematica è una forma di immaginazione che educa all’invisibile, e allora ripercorrere le vite di chi ha così esercitato la fantasia ci permette di capire quella grammatica che descrive e costruisce il mondo ricordandoci costantemente che siamo umani. Per capire come János Bolyai, matematico, abbia risolto il problema delle parallele, bisogna tornare indietro di una vita, a Farkas Bolyai, suo padre, matematico. Senza Mauro Picone, giovane matematico, sull’altopiano della Bainsizza – lo stesso di Emilio Lussu – l’esercito italiano non avrebbe mai potuto fare la guerra. Se Alan Turing, il risolutore di Enigma, desiderava ardentemente essere una macchina, Norbert Wiener, il padre della cibernetica, non avrebbe mai e poi mai voluto essere un bambino prodigio: entrambi tuttavia progettavano automi. Se Lev Landau, fisico e matematico valentissimo, non muore in un incidente sulla strada che da Mosca porta a Dubna, è perché in ospedale, oltre ai medici migliori di tutte le Russie, arrivano i fisici piú preparati di tutte le Russie. Chiara Valerio ci dimostra come ragione e sentimento, irrazionale e razionale, reale e immaginario non siano concetti opposti ma possibilità dell’essere. La capacità di calcolare il mondo lo determina nel momento stesso in cui lo descrive, attraversando i confini, le epoche storiche e le generazioni. La matematica nasce perché gli esseri umani sono fatti della stessa sostanza di cui è fatto il tempo.
(Ed. Einaudi)