Il sogno del celta – Mario Vargas Llosa

Incipit Il sogno del celta

Quando aprirono la porta della cella, insieme al fiotto di luce e a un colpo di vento, entrò anche il rumore della strada che i muri di pietra attutivano del tutto, e Roger si ridestò, spaventato. Batteva le palpebre, ancora confuso, lottava per riaversi, quando scorse appoggiata contro il vano della porta la sagoma dello sheriff. La sua faccia flaccida, con i baffi biondi e gli occhietti pettegoli, lo osservava con l’antipatia che non aveva mai cercato di nascondere. Ecco uno che avrebbe sofferto se il Governo inglese avesse accolto la sua richiesta di clemenza.
Visita – mormorò lo sheriff, senza togliergli gli occhi di dosso.

Incipit tratto da:
Titolo: Il sogno del celta
Autore: Mario Vargas Llosa
Traduzione: Glauco Felici
Titolo originale: El sueño del celta
Casa editrice: Einaudi

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Copertine di Il sogno del celta di Mario Vargas Llosa

Incipit El sueño del celta

Cuando abrieron la puerta de la celda, con el chorro de luz y un golpe de viento
entró también el ruido de la calle que los muros de piedra apagaban y Roger se despertó,
asustado. Pestañeando, confuso todavía, luchando por serenarse, divisó, recostada en el
vano de la puerta, la silueta del sherijf Su cara flácida, de rubios bigotes y ojillos
maledicentes, lo contemplaba con la antipatía que nunca había tratado de disimular. He
aquí alguien que sufriría si el Gobierno inglés le concedía el pedido de clemencia.
—Visita —murmuró el sheriff, sin quitarle los ojos de encima.

Incipit tratto da:
Título : El sueño del celta
Autor : Mario Vargas Llosa
Editor : Alfaguara Lengua : Español

Quarta di copertina / Trama

La vita vera di Roger Casement è materia da romanzo. Irlandese, nato nel 1864, si trovò a indagare sugli orrori del colonialismo («L’orrore! L’orrore!» di Kurtz, in Cuore di tenebra di Conrad, che pure fu amico di Casement), seguendo la scia di sangue e denaro proveniente dall’affare planetario tra Otto e Novecento, la raccolta del lattice per la produzione del caucciù. Il Congo belga di Leopoldo II e la foresta amazzonica tra Perú, Colombia e Brasile sono i due scenari in cui Casement esercita il suo ruolo di osservatore, su incarico del governo inglese, e le condizioni d’incredibile sfruttamento in cui vede costrette le popolazioni indigene lo convincono della necessità di una lotta senza quartiere contro i massacri dei colonialisti, contro le prevaricazioni dell’uomo sull’uomo. L’esperienza di quello che fu il primo olocausto della storia moderna inciderà sulla coscienza del protagonista, contribuendo al radicalizzarsi della sua passione per la terra d’origine, l’Irlanda, nella lotta contro l’Inghilterra (di cui peraltro Casement fu console, e dove fu nominato Sir). Mentre tentava di trovare il sostegno della Germania in chiave anti-inglese per gli insorti irlandesi, sarà arrestato nel 1916 e, sfruttando le fantasticherie omosessuali scritte nei suoi Black Diaries – forse un falso dell’Intelligence, forse no -, sarà oggetto di una campagna di discredito che lo condurrà al patibolo, malgrado fossero dalla sua parte Arthur Conan-Doyle, William Butler Yeats e Gorge Bernard Shaw. Ha detto Mario Vargas Llosa: «Gli eroi non sono statue, non sono esseri perfetti». E il personaggio Casement è certo un eroe – per il contributo immenso dato alla lotta contro il colonialismo – ma è altresì uomo di contraddizioni, comprese la sua vena nazionalista e la sua incapacità di accettare e praticare la propria condizione sessuale. Per questo, e per la splendida scrittura dell’autore, Il sogno del celta schiude con forza le porte sull’oscurità dell’animo umano, e ci consente di sapere di più sul mondo, sulla storia, su di noi.
(Ed. Einaudi)

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