Il console – Marco Vichi

Incipit Il console – Marco Vichi

Incipit Il console

Ti racconterò, dolce Drusilla, di una lunga notte che vissi molti anni fa, e che mi appare, adesso che sono vecchio, il ricordo più intenso della mia vita.
A quel tempo ero già un uomo, mentre tu eri appena una giovanetta, sorella mia, che potresti essermi figlia. Se dovessi lasciarmi guidare soltanto dalle sensazioni, direi senza pensarci due volte che sono passati almeno cento anni, tanto mi sembrano lontani quei momenti. Solo adesso mi concedo di ripensare con la giusta calma dei vecchi a quella notte antica, il cui ricordo suscita ancora in me una forte emozione. Fino a oggi si era come smarrita nella mia memoria, al pari di uno di quegli oggetti a noi cari che perdiamo di vista pur sapendo che continuano a trovarsi nella nostra casa.

Incipit tratto da:
Titolo: Il console
Autore: Marco Vichi
Casa editrice: Guanda
Qui è possibile leggere le prime pagine di Il console

Il console - Marco Vichi

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Quarta di copertina / Trama

Sono i tempi turbolenti e controversi di Nerone, Roma ha già subito l’incendio di cui è stato accusato lo stesso imperatore, che a sua volta ha fatto ricadere la colpa sui cristiani. In quegli anni, un uomo ormai anziano, console per tre anni consecutivi sotto Tiberio e poi governatore in Samaria, scrive una lunga lettera alla sorella, l’amata Drusilla che vive nella lontana Britannia, per raccontarle di un incontro avvenuto trent’anni prima con una schiava arrivata dalla Giudea, terra di paesaggi infiniti oltre i quali la mente spazia in un oceano di sogni e dove può nascere un uomo chiamato Gesù. La schiava gli viene offerta durante la sua permanenza a Capri, dove Tiberio si è ritirato, e la notte che trascorre con quella donna diversa da tutte le altre, una notte straordinaria capace di sovvertire i suoi pensieri, rimane chiusa nel sarcofago della sua memoria, fino al momento in cui disseppellirla diventa una necessità. «Dopo essermi perso in mille discorsi, sorella mia, resta un’unica verità: sento che il mio destino è legato a quella schiava, al suo ricordo. Altro non so dire.» Ma non è tanto la schiava a rendere il console così profondamente inquieto: è quello che lei, con la sua storia di donna che ha incontrato il Cristo e ne è rimasta sconvolta e affascinata, gli ha fatto capire con una chiarezza estrema. Il mondo in cui ha creduto e ancora crede è arrivato alla fine e sta per aprirsi una nuova era. E proprio questa inquietudine getta luce su quello che è stato un cruciale periodo di transizione, come lo è drammaticamente anche il nostro.
(Ed. Guanda)