Allegoria e derisione – Vasco Pratolini

Il presente vince sempre.

Incipit Allegoria e derisione

Il presente vince sempre. Esso è il termine di paragone e guida nella ricerca della verità. L’azione che io compio, il pane che mangio, la persona che bacio, l’idea che elaboro, la realtà che per il fatto stesso di esistere rappresentano , accadono nel tempo e nella storia. Così si collocano nella storia e nel tempo sia una cellula organica sia l’intero genere umano, della società più remota, il mistero da cui emergono i miei avi Marsili, alle moderne dittature. L’oscurantismo medesimo, anzi antistorico, va considerato come indispensabile reagente alla precipitazione della storia. Nondimeno è chiaro che la storia si convoglia tutta nel presente e non può rendere leggibile l’avvenire dove, al contrario, il tempo vi è proiettato. Come dire che il tempo è spazio e la storia è luce. Che la storia è dinamica, cangiante, alternativa e il tempo statico, inalterabile. Che il tempo dunque e non la storia, non l’uomo è l’eterno presente? O piuttosto che la storia, parallelamente a uno specchio della filosofia, è conoscenza e il tempo, non so, non so molte cose, questo è il guaio, vent’anni e un’educazione disordinata mi lasciano continuamente allo scoperto. Debbo provvisoriamente concludere che tempo e storia si identificano nel senso che l’uno contiene e l’altra e che il tempo si concretizza perché la storia, col suo farsi, gli dà spessore e prospettiva. L’uomo chiude il tempo nel pugno e riaprendolo ne libera la storia. L’uomo è quindi manipolatore di tempo e produttore di storia.

Incipit tratto da:
Titolo: Allegoria e derisione: Una storia italiana III
Autore: Vasco Pratolini
Casa editrice: Mondadori

Libri di Vasco Pratolini

Copertine di Allegoria e derisione di Vasco Pratolini

Quarta di copertina / Trama

Allegoria e derisione «è il romanzo che cronologicamente e idealmente conclude “Una storia italiana”. Dopo il mondo operaio, realisticamente disegnato nel Metello, e l’incandescente ritratto storico-psicologico della società borghese fissato ne Lo scialo, le esperienze, i disinganni, il disperato amore della vita di un intellettuale di ieri e di oggi, la cui posizione illumina ed esalta la ragione dell’intera trilogia. Il protagonista racconta di sé, in diversi momenti distanziati nel tempo e nel registro espressivo, ponendosi ogni volta a confronto con gli avvenimenti e le idee, mosso da una lucida e insieme angosciosa visione della realtà: una sorta di diario continuo, che recupera il passato per coinvolgerlo nelle azioni e nei pensieri del presente. Allegoria e Derisione è una summa dei temi dominanti dell’ispirazione di Pratolini: assunti in una chiave di aggressiva modernità di taglio e di tono (dall’analisi spietata, alla narrazione distesa, alla classica incisività della favola politica), divenuti sostanza drammatica allegoria. Libro di riflessione, l’incalzare della vicenda corre di pari passo con la ricerca di una verità ideologica e il senso dei personaggi, anziché chiudersi nei limiti dell’itinerario individuale, si definisce come giudizio di tutta una parabola della nostra storia ».
Così, nel novembre del 1966 presentavamo la prima edizione di quest’opera. Oggi a distanza di oltre quindi anni, il romanzo di Pratolini viene riproposto non solo come il sofferto documento di un’epoca ma come la prova più audace e stilisticamente complessa di uno scrittore esemplare del nostro tempo.
(Ed. Mondadori; Oscar Narrativa n.1629)

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