Ascolta la mia voce – Susanna Tamaro

Forse il primo segno è stato il taglio dell’albero.

Incipit Ascolta la mia voce

Forse il primo segno è stato il taglio dell’albero.
Non mi avevi detto niente, non erano cose che riguardavano i bambini, cosi una mattina d’inverno, mentre io in classe ascoltavo con profondo senso di estraneità le virtù del minimo comune multiplo, la sega aggrediva il candore argentato della sua corteccia; mentre trascinavo i piedi nel corridoio della ricreazione, schegge della sua vita cadevano come neve sulla testa delle formiche.
La devastazione mi è piombata addosso al ritorno da scuola. Sul prato, al posto del noce, c’era una voragine nera, il tronco, già segato in tre parti e privato dei rami, giaceva al suolo mentre un uomo paonazzo, avvolto nel fumo sporco del gasolio, cercava di estirpare le radici azzannandole con le grosse tenaglie di un’escavatrice; il mezzo ringhiava, sbuffava, rinculava, si impennava tra le imprecazioni dell’operaio: quelle maledette radici non volevano lasciare la terra, erano più profonde del previsto, più caparbie.
Per anni e anni, stagione dopo stagione, si erano espanse in silenzio conquistando terreno palmo a palmo, intrecciandosi con le radici della quercia, del cedro, del melo, avvinghiando in un indissolubile abbraccio anche le tubature del gas e dell’acqua; per questa ragione gli alberi andavano abbattuti, avanzavano subdolamente nell’oscurità vanificando le opere dell’uomo che, quindi, era costretto ad applicare la sua tecnica contro la loro caparbietà.

Incipit tratto da:
Titolo: Ascolta la mia voce
Autrice: Susanna Tamaro
Casa editrice: Rizzoli

Libri di Susanna Tamaro

Copertine di Ascolta la mia voce di Susanna Tamaro

Quarta di copertina / Trama

Cosa ne è stato della nipote di Olga, la nonna protagonista di Va’ dove ti porta il cuore? È tornata dall’America in tempo per rappacificarsi con la nonna o ha trovato solo la lunga lettera diario a lei indirizzata? E se il destino le avesse riservato invece una terza ipotesi che esclude le precedenti? Se, vagando per le stanze di quella grande casa, la solitudine l’avesse spinta a salire in soffitta a cercare tracce delle due uniche persone che davvero avrebbe voluto conoscere: sua madre e suo padre? Chi erano? Qual è stata la loro storia? È davvero figlia di un principe turco, come le raccontava la nonna da bambina, o c’è qualcosa che chiede ancora di essere svelato? Alla ricerca di quel segreto, la ragazza scava tra bauli, carte e quaderni ingialliti ricomponendo, pagina dopo pagina, i vari tasselli di un mosaico generazionale. Scopre così, in un diario, le fragilità, i sogni e le inquietudini di sua madre Ilaria, studentessa di filosofia, affascinata da un professore di vent’anni più vecchio di lei. Scopre che un anziano prozio si è rifugiato in un paese lontano per sfuggire alle leggi razziali e da laggiù ha continuato a mandare sporadiche notizie. Forte di questi pochi indizi, la ragazza deciderà di andare alla ricerca del padre e di quel lontano zio, in un viaggio sorprendente e solitario che la condurrà alle origini della propria inquietudine. Ascolta la mia voce rappresenta il grande ritorno al romanzo di Susanna Tamaro. È una storia intensa e coinvolgente che non ha paura di affrontare temi eterni: l’esigenza di riconoscerci in un passato in cui affondare le nostre radici, la necessità vitale di coltivare con pazienza un senso del futuro.
(Ed. Rizzoli; Narrativa Italiana)

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