L’amore rubato – Dacia Maraini

Il giovane dottore Giovanni Lenti se ne stava seduto sullo sgabello del Pronto Soccorso con in mano un bicchiere di polistirolo pieno di caffè.

Incipit L’amore rubato

Il giovane dottore Giovanni Lenti se ne stava seduto sullo sgabello del Pronto Soccorso con in mano un bicchiere di polistirolo pieno di caffè. Incollati alle orecchie ha gli auricolari da cui sgorga una musica dolce, di tipo orientale di quelle che lui preferisce. Gli ricorda i quadri di Gauguin di cui ha visto recentemente una mostra. Donne a piedi nudi coi fiori fra i capelli, cavalli azzurri che riempiono l’orizzonte, palme dalle grandi foglie ciondolanti che si indovinano profumate emorbide.
Oggi finalmente si respira. Solo un ictus in tutta la mattinata. Meno male. Quasi quasi me ne vado a prendere un gelatosi, si dice. Ma proprio in quel momento vede aprirsi la porta a vetri. Davanti a lui una ragazzina dagli zigomi sporgenti, i lunghi capelli castani, avanza trascinando un braccio evidentemente spezzato.

Incipit tratto da:
Titolo: L’amore rubato
Autrice: Dacia Maraini
Casa editrice: Rizzoli

Libri di Dacia Maraini

Copertina di L’amore rubato di Dacia Maraini

Quarta di copertina / Trama

Sono tutte qui le donne raccontate da Dacia Maraini, in questo piccolo libro importante. Sono qui a mostrarci qualcosa di intimo, qualcosa di necessario e doloroso. Le donne di Dacia sono forti, hanno lottato, a volte hanno perso ma non si sono mai arrese. Le protagoniste de L’amore rubato combattono una battaglia antica e sempre attuale, contro gli uomini amati che sempre più spesso si dimostrano incapaci di ricambiarle, di confrontarsi con il rifiuto, il desiderio. Davanti a queste donne, mariti, amanti, compagni si rivelano ragazzini che stentano a crescere e confondono la passione con il possesso e, per questo, l’amore lo rubano: alle bambine che non sanno, alle donne che si donano troppo. Come Marina, che si ostina a cadere dalle scale, come Ale, che sceglie con sofferta determinazione di non far nascere il frutto di una violenza o ancora come Angela, che si addossa, aderendo alle parole della Chiesa, le colpe che una antica misoginia attribuisce alla prima disobbedienza femminile. In tutte queste storie affilate e perfette, dure e capaci di emozionare e indignare, Dacia Maraini racconta di un mondo diviso fra coloro che vedono nell’altro una persona da rispettare e coloro che, con antica testardaggine, considerano l’altro un oggetto da possedere e schiavizzare.
(Ed. Rizzoli; La Scala)

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