L’angelo Esmeralda – Don DeLillo

Incipit L’angelo Esmeralda – Don DeLillo

Incipit L’angelo Esmeralda

Era un’ora di macchina, la strada perlopiù in salita, sotto una pioggia caliginosa. Tenevo il finestrino abbassato di pochi centimetri nella speranza di catturare un profumo, la fragranza di un qualche arbusto aromatico. Il nostro autista rallentava nei tratti più malagevoli, nelle curve più strette o quando incrociavamo altre auto nella foschia. A intervalli la vegetazione a bordo strada si diradava e comparivano alla vista squarci, intere vallate di vera e propria giungla che si estendeva tra le colline.
(Creazione)

Incipit tratto da:
Titolo: L’angelo Esmeralda
Autore: Don DeLillo
Traduzione: Federica Aceto
Titolo originale: The Angel Esmeralda: Nine Stories
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di L’angelo Esmeralda

L’angelo Esmeralda – Don DeLillo

Incipit The Angel Esmeralda

lt was an hour’s drive, much of it a climb through smoky
rain. l kept my window open several inches, hoping to catch a Fragrance, some savor of aromatic shrubs. Our driver slowed down for the worst parts of the road and the tight-est turns and for cars coming toward us through the haze. At intervals the bordering vegetation was less thick and there were views of pure jungle, whole valleys of it, spread between the hills.
(Creation)

Incipit tratto da:
Title: The Angel Esmeralda: Nine Stories
Author: Don DeLillo
Publisher: Scribner
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Un miracolo nel cuore perduto del Bronx: sul muro della metropolitana, al di sotto di un cartellone pubblicitario, sembra apparire il volto di Esmeralda, una bambina senzatetto assassinata poco tempo prima. Ma è un vero miracolo o un’illusione creata dal nostro bisogno di consolazione? Un’apparizione del divino o un fantasma del rimorso di suor Edgar che, nonostante il suo impegno per i bisognosi del quartiere, non è riuscita a salvare Esmeralda?
Spesso per definire la grandezza di uno scrittore si dice che ha saputo raccontare un’epoca. Per DeLillo è come se fosse il contrario: è come se la nostra epoca, a un certo punto, avesse deciso di essere come i racconti e i romanzi di Don DeLillo l’avevano immaginata. La scrittura dell’autore di Underworld ha proprio questa qualità, quella di raccontare il presente, ciò che stiamo vivendo, ciò che siamo ora, con una tale precisione, una tale concentrazione dello sguardo, da dare l’impressione di prevedere il futuro. Non è un caso che l’aggettivo più spesso accostato a DeLillo sia «profetico»: gli attentati dell’11 settembre, l’ascesa del terrorismo internazionale, la crisi finanziaria, erano già nei suoi libri molti anni prima che succedessero. Ecco perché, quando tutto ciò è avvenuto, i suoi libri sono sembrati le guide più sicure a cui rivolgersi, il codice per decifrare quell’enigma che chiamiamo realtà.
Abbiamo fatto come i protagonisti dei racconti contenuti nell’Angelo Esmeralda: uomini e donne bloccati in qualche specie di limbo, figure inquiete che tentano di imporre teorie e desideri a un mondo caotico, privo di senso. Nello spazio breve di questi racconti faranno tutti, in un modo o nell’altro, esperienza di quanto il legame tra le parole e le cose, tra le decisioni e le azioni, sia arbitrario, fragile. Ma è proprio questa fragilità che dà accesso a quella zona luminosa e imprevedibile in cui le cose accadono.
(Ed. Einaudi; SuperCoralli)

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