1933. Un anno terribile – John Fante

Incipit Un anno terribile - John Fante

Incipit 1933 Un anno terribile

Era duro, l’inverno del 1933. Quella sera, arrancando verso casa attraverso fiamme di gelo, con le dita dei piedi che mi bruciavano, le orecchie che andavano a fuoco, e la neve che mi turbinava intorno come un nugolo di suore furibonde, mi fermai di colpo.
Era giunto il momento di tirare le somme. Con la pioggia o col sereno c’erano delle forze al mondo che cercavano di distruggermi.
Dominic Molise, mi dissi, aspetta un attimo. Sta andando tutto secondo i tuoi piani? Esamina attentamente la tua condizione, considera obiettivamente il tuo stato. Che succede, Dom?
Vivevo a Roper, Colorado, e invecchiavo di ora in ora. Avrei compiuto diciotto anni di lì a sei mesi, e avrei preso la maturità. Ero alto un metro e sessantadue, e negli ultimi tre anni non ero cresciuto di un solo centimetro. Avevo le gambe arcuate, i piedi a papera, e le orecchie a sventola come quelle di Pinocchio. I miei denti erano storti e la faccia lentigginosa come un uovo di uccello.
Ero figlio di un muratore disoccupato da cinque mesi. Non avendo un cappotto, mi mettevo tre golf, e mia madre aveva già cominciato una serie di novene per il vestito di cui avrei avuto bisogno a giugno per l’esame.

Incipit tratto da:
Titolo: 1933. Un anno terribile
Autore: John Fante
Traduzione: Alessandra Osti
Titolo originale: 1933 Was a Bad Year
Casa editrice: Mondolibri su licenza Fazi Editore
Qui è possibile leggere le prime pagine di 1933 Un anno terribile

Un anno terribile - John Fante

Incipit 1933 Was A Bad Year

It was a bad one, the winter of 1933. Wading home that night through flames of snow, my toes burning, my ears on fire, the snow swirling around me like a flock of angry nuns, I stopped dead in my tracks. The time had come to take stock. Fair weather or foul, certain forces in the world were at work trying to destroy me.

Incipit tratto da:
Title: 1933 Was A Bad Year
Author: John Fante
Publisher: Harper Perennial
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Figlio di immigrati, Dominic ha un grande talento, quasi da cartone animato: il suo Braccio. Lo cura, lo allena, lo protegge dai rigori invernali con tubetti e tubetti di balsamo Sloan, sa che grazie a lui, soltanto grazie a lui, potrà riscattare se stesso e la sua famiglia dalla condizione di inferiorità che stanno vivendo, diventando «Dom Molise, il più grande Mancino della Major League». La più grande promessa del baseball della West Coast. Un capolavoro di freschezza e comicità, oltre che un omaggio a uno dei grandi miti della narrativa americana, il baseball. Il finale rappresenta uno dei vertici assoluti della prosa di questo scrittore, un vero inno alla speranza e alla fame di vita dell’adolescenza.
(Ed. Mondolibri)

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