Bambini nel tempo – Ian McEwan

Incipit Bambini nel tempo – Ian McEwan

Incipit Bambini nel tempo

Da tempo ormai, tanto il governo quanto la maggioranza dei cittadini associavano mentalmente le sovvenzioni ai trasporti pubblici con la negazione della libertà individuale. I vari servizi subivano sue regolari collassi giornalieri nelle ore di punta ed era opinione di Stephen che si impiegasse meno tempo a raggiungere Whitehall a piedi che prendendo un taxi. Era fine maggio, da poco passate le nove e mezza e la temperatura sfiorava già i 25. Stephen si diresse sul Vauxahall Bridge superando doppie e triple file di vibranti automobili intrappolate, ciascuna abilitata da un conducente solitario. Data la situazione, il perseguimento della libertà era più rassegnato che entusiastico. Dita inanellate tamburellavano con pazienza su roventi tettucci metallici, gomiti di camicie bianchissimi spuntavano da finestrini abbassati. Qualcuno teneva il giornale aperto sul volante. Stephen attraversava spedito la folla facendosi largo tra le chiacchiere da autoradio: single pubblicitarie, energetici disc-jockey da primo mattino, notiziari flash, bollettini sulle condizioni del traffico. I guidatori non impegnati nella lettura prestavano a tutto ciò un ascolto indifferente. L’avanzare regolare e compatto della folla sui marciapiedi doveva comunicare loro un senso di moto relativo, come una lenta deriva all’indietro.

Incipit tratto da:
Titolo: Bambini nel tempo
Autore: Ian McEwan
Traduzione: Susanna Basso
Titolo originale: The Child in Time
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Bambini nel tempo

Bambini nel tempo - Ian McEwan

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Incipit The Child in Time

Subsidizing public transport had long been associated in the minds of both government and the majority of its public with the denial of individual liberty. The various services collapsed twice a day at rush hour when it was quicker, Stephen found, to walk from his flat at Whitehall than to take a taxi. It was late May, barely nine-thirty, and already the temperature was nudging the eighties. He strode to Vauxhall Bridge past double and treble files of trapped, throbbing cars, each with its solitary driver. In tone the pursuit of liberty was more resigned than passionate. Ringed fingers drummed patiently on the sill of a hot tin roof, white-shirted elbows poked through rolled-down windows. There were newspapers spread over steering wheels. Stephen stepped quickly through the crowds, through layers of car radio blather–jingles, high-energy breakfast DJs, news flashes, traffic “alerts.” Those drivers not reading listened stolidly. The steady forward press of the pavement crowds must have conveyed to them a sense of relative motion, of drifting slowly backwards.

Incipit tratto da:
Title: The Child in Time
Author: Ian McEwan
Publisher: Anchor
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Stephen Lewis, autore di fortunati libri per bambini, padre e marito felice, un giorno si reca al supermercato con sua figlia Kate e mentre è intento a svuotare il carrello alla cassa, si accorge di aver perso la bambina. Rapita? Uccisa? Fuggita? È questo il drammatico inizio del romanzo di uno dei piú apprezzati autori inglesi contemporanei, qui alla prova di una piena maturità. Il vuoto doloroso che lascia la sparizione di Kate mette in moto una serie di reazioni che porteranno Stephen a rivedere tutta la sua vita, le sue certezze mai verificate, le sue abitudini mentali, i suoi comportamenti. Il merito di McEwan, che ha vinto con questo libro il Whitbread Prize, è di farci sentire emotivamente il senso di precarietà e di vuoto in cui viviamo e nello stesso tempo di restituire, grazie a un finale felicemente poetico, la voglia di guardare al futuro.
(Ed. Einaudi; ET Scrittori)