Buio – Dacia Maraini

Il padre l’ha chiamato Grammofono.

Incipit Buio

Il padre l’ha chiamato Grammofono. È piccolo per la sua età. Ha le orecchie a sventola e una faccia tutta punte con due occhi accesi e mobili.
Grammofono, detto Gram, compie fra pochi giorni sette anni. Quando cammina, saltella. Quando ride, si piega in due perché ridere gli fa venire mal di pancia. Soffre di una rinite cronica e ogni tanto il naso prende a colargli irrefrenabilmente. Allora lui si pulisce col dorso della mano che poi si stropiccia contro i pantaloncini corti. La madre gli dice che lascia tracce lucenti come le lumache. “Invece che Grammofono dovevamo chiamarti Lumachino.” E ride, facendogli il solletico. La madre ha solo ventitré anni e con questo figlio ci gioca come con un compagno un po’ goffo e buffo. Lo afferra per le orecchie, gli soffia in bocca, lo solleva da terra come fosse un cagnolino, o si diverte a farlo cadere lungo disteso con uno sgambetto inaspettato.
(Il Bambino Grammofono e l’Uomo Piccione)

Incipit tratto da:
Titolo: Buio
Autrice: Dacia Maraini
Casa editrice: SuperPocket

Libri di Dacia Maraini

Copertine di Buio di Dacia Maraini

Quarta di copertina / Trama

Dodici storie che raccontano della violenza sull’infanzia e sull’adolescenza. Dodici racconti che ci riguardano. Storie di sopraffazioni e povertà che originano da fatti di cronaca vera e si fanno libera narrazione. Sono personaggi e vicende che emergono dalla notte delle nostre coscienze e che dopo essersi raccontati ritornano a quel buio.
(Ed. SuperPocket)

Romanzo vincitore del Premio Strega nel 1999

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