Cate, io – Matteo Cellini

Mi chiamo Caterina mentre mio fratello attorciglia elastici alle cose nell’altra camera e mia madre chiama.

Incipit Cate, io

Mi chiamo Caterina mentre mio fratello attorciglia elastici alle cose nell’altra camera e mia madre chiama. È freddo come di regola ogni mattino, sarebbe da cucirsi il piumone addosso ma me ne sto così, col pigiama solamente. Scendo dal letto, e sono ancora Caterina. Sento le cose di là strette tra gli elastici staccarsi, immagino l’infinità di nodi sciogliersi e la gioia del lieto fine. In cucina è appena più caldo, papà già da un pezzo è ai fornelli e il caffè macchia di un odore forte l’aria come un cane dalmata. Sulla tavola è pieno di cose che non mi appartengono, molte sono di mio padre. Ha gli abiti da lavoro coi segni dei pennelli e tutto il resto; Oscar siede già tutto sporco di latte e biscotti intorno alle labbra, ha un naso rotondo come un bottone da cappotto, rosso come un pulsante per la distruzione del mondo, e mi viene da spingerlo, e mi viene da dire pulisciti, non è un trogolo quello, ma ci rinuncio. Mia mamma scende le scale in vestaglia, impreca contro gli elastici, dice mangiamo senza di lui che non può proprio lasciare. Mangiamo e siamo noi misura di tutte le cose, mangiamo e sembriamo noi una famiglia normale; le sedie sembrano solo più strette, le posate un po’ piccole e nient’altro. E io sono ancora Caterina, e le cose sono le cose, o lo rimangono appena più che fuori di qui, oppure non ci si pensa, ecco tutto.

Incipit tratto da:
Titolo: Cate, io
Autore: Matteo Cellini
Casa editrice: Fazi

Libri di Matteo Cellini

Copertina di Cate, io di Matteo Cellini

Quarta di copertina / Trama

Caterina è un’adolescente e vive in un paesino di provincia, Urbania. La sua vita si divide tra liceo e famiglia, come quella di una diciassettenne qualsiasi. Cate però non è come gli altri: è obesa, come tutti i suoi familiari. Una vita di discriminazioni le ha insegnato che il mondo è diviso in “persone” e “non-persone”, a seconda della taglia. Caterina è una “non-persona” che fa uno sforzo sovrumano ogni volta che esce di casa. Il coraggio che sfodera per camminare in pubblico la trasforma in una supereroina: “Cater-pillar”, “Super-Cate”, “Cate-ciccia”; una tutina stretta su un corpo enorme, ingombrante e ridicolo è il segno della sua diversità.
Convinta che il mondo dei “normali” sia ostile per natura agli obesi, Cate usa tutta la sua intelligenza per anticipare e neutralizzare le cattiverie che gli altri sicuramente le rivolgeranno. Due persone tentano di forzare la solitudine di Caterina: la sua professoressa d’italiano, amica e complice nell’amore per la letteratura, e Anna, compagna di classe a cui Cate ha impietosamente rifilato il nomignolo “annoievole”. Ma c’è dell’altro a terrorizzare Caterina: l’imminente 17 dicembre, giorno del suo diciottesimo compleanno, simbolico giro di boa e passaggio dalla gabbia confortevole della famiglia a un’emancipazione bramata e insieme spaventosa.
(Ed. Fazi)

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