Il canto di Penelope – Margaret Atwood

Incipit Il canto di Penelope - Margaret Atwood

Incipit Il canto di Penelope

Ora che sono morta so tutto. Avrei voluto che fosse così, ma come molti dei miei desideri neanche questo si è avverato. Conosco solo alcuni eventi che prima ignoravo, entrati nella tradizione, ma forse infondati. Inutile dire che è un prezzo molto alto per soddisfare una curiosità.
Da quando sono morta – da quando ho raggiunto questa condizione di senzaossa, senzalabbra, senzapetto – ho imparato cose che avrei preferito non sapere, come succede se si origlia dietro le finestre o si aprono le lettere degli altri. Credete che vi piacerebbe leggere nelle menti? Ripensateci.
Quaggiù tutti arrivano con un otre, simile a quello che racchiudeva i venti, ma ciascuno di questi otri è pieno di parole pronunciate, udite, e che altri hanno detto su di noi. Ci sono otri piccoli e otri grandi; il mio ha una dimensione media, anche se molte delle parole che contiene riguardano il mio insigne marito. Mi ha raggirata, sostiene qualcuno. Era la sua specialità, il raggiro. E trovava sempre una via di fuga, un’altra delle sue peculiarità: fuggiva.

Incipit tratto da:
Titolo: Il canto di Penelope. il mito del ritorno di Odisseo
Autrice: Margaret Atwood
Traduzione: Margherita Crepax
Titolo originale: The Penelopiad
Casa editrice: Rizzoli
Qui è possibile leggere le prime pagine di Il canto di Penelope

Il canto di Penelope - Margaret Atwood

Incipit The Penelopiad

Now that I’m dead I know everything. This is what I wished would happen, but like so many of my wishes it failed to come true. I know only a few factoids that I didn’t know before. Death is much too high a price to pay for the satisfaction of curiosity, needless to say.
Since being dead – since achieving this state of bonelessness, liplessness, breastlessness – I’ve learned some things I would rather not know, as one does when listening at windows or opening other’s people’s letters. You think you’d like to read minds? Think again.
Down here everyone arrives with a sack, like the sacks used to keep the winds in, but each of these sacks is full of words – words you’ve spoken, words you’ve heard, words that have been said to you. Some sacks are very small, others large; my own is of a reasonable size, though a lot of the words in it concern my eminent husband. What a fool he made of me, some say. It was a specialty of his: making fools. He got away with everything, which was another of his specialities: getting away.

Incipit tratto da:
Title: The Penelopiad
Author: Margaret Atwood
Publisher: Canongate
Language: English

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Quarta di copertina / Trama

Fedele e saggia, Penelope ha atteso per vent’anni il ritorno del marito che, dopo aver vinto la guerra di Troia, ha vagato per il Mar Mediterraneo sconfiggendo mostri e amoreggiando con ninfe, principesse e dee, facendo sfoggio di grande astuzia, coraggio e notevole fascino, e guadagnandosi così una fama imperitura. E intanto che cosa faceva Penelope, chiusa in silenzio nella sua reggia? Sappiamo che piangeva e pregava per il ritorno del marito, che cercava di tenere a bada l’impulsività del figlio adolescente, che si barcamenava per respingere le proposte dei Proci e conservare così il regno. Ma cosa le passava veramente per la testa? Dopo essere morta e finita nell’Ade, Penelope non teme più la vendetta degli dèi e desidera raccontare la verità, anche per mettere a tacere certe voci spiacevoli che ha sentito sul suo conto. La sua versione della storia è ricca di colpi di scena, dipana dubbi antichi e suggerisce nuovi interrogativi, mettendo in luce la sua natura tormentata, in contrasto con la sua abituale immagine di equilibrio e pacatezza. L’autrice di culto Margaret Atwood, con la sua scrittura poetica, ironica e anticonvenzionale, dà voce a un personaggio femminile di grande fascino, protagonista di uno dei racconti più amati della storia occidentale.
(Ed. Rizzoli)