La cavalcata dei morti – Fred Vargas

Incipit La cavalcata dei morti

C’era una scia di bricioline di pane che dalla cucina arrivava in camera da letto, fin sulle lenzuola pulite tra cui riposava la vecchia, morta a bocca spalancata. Il commissario Adamsberg le osservava in silenzio, percorrendo e ripercorrendo a passi lenti quella traccia, domandandosi quale Pollicino o, nella fattispecie, quale Orco l’avesse lasciata. L’appartamento era un piccolo e buoi trilocale a pianterreno, nel diciottesimo arrondissement di Parigi.

Incipit tratto da:
Titolo: La cavalcata dei morti
Autrice: Fred Vargas
Traduzione: Margherita Botto
Titolo originale: L’armée furieuse
Casa editrice: Einaudi

Libri di Fred Vargas

Copertine di La cavalcata dei morti di Fred Vargas

Incipit L’armée furieuse

Il y avait des petites miettes de pain qui couraient depuis la cuisine à la chambre, jusque sur les draps propres où reposait la vieille femme, morte et bouche ouverte. Le commissaire Adamsberg les considérait en silence, allant et venant d’un pas lent le long des débris, se demandant quel petit Poucet, ou quel Ogre en l’occurrence, les avait perdues là. L’appartement était un sombre et petit rez-de-chaussée de trois pièces, dans le 18e arrondissement de Paris.

Incipit tratto da:
Titre: L’armée furieuse
Auteur: Fred Vargas
Editeur: Viviane Hamy
Langue: Français

Quarta di copertina / Trama

Qualcuno ha bruciato vivo nella sua Mercedes un vecchio magnate della finanza e dell’industria. Forse è stato un ragazzo di banlieu, ma Adamsberg non ci crede. Ha bisogno di prendere tempo. Ed ecco gli arriva, dai boschi della Normandia, un omicidio che sembra scaturire dal medioevo.
C’è un cadavere, sul sentiero dove da mille anni i prescelti vedono passare la Schiera furiosa. Ovvero la cavalcata dei morti, che trascinano con sé anche i vivi condannati a morire per i loro peccati. La giovane, luminosa Lina ha visto la Schiera.
È solo una visionaria, o le foreste normanne celano segreti piú spaventosi di una antica, cupa credenza?
«Fra i miei uomini, capitano, ce n’è uno affetto da ipersonnia che crolla addormentato sul piú bello, uno zoologo specialista in pesci, di fiume soprattutto, una bulimica che scompare per fare scorta di cibo, un vecchio airone esperto di leggende, un mostro di cultura che non si schioda dal vino bianco, e via di seguito. Non possono permettersi di formalizzarsi troppo.
– E lavorate?
– Molto».
(Ed. Einaudi; Stile libero Big)

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