Una canzone che ti strappa il cuore – Joseph O’Connor

Incipit Una canzone che ti strappa il cuore

27 ottobre 1952
ore 6.43
Nella stanza all’ultimo piano di una casa a schiera fatiscente di fronte alla Terrace, una luce è rimasta accesa tutta la notte. Era visibile dal tuo letto ogni volta che ti voltavi verso la finestra, un gesto necessario per sollevare la bottiglia dal pavimento. È così quasi ogni notte. All’imbrunire la lampadina si accende. Al mattino, un paio di istanti dopo l’ultimo barbaglio dei lampioni, si spegne, e la tenda sdrucita viene chiusa.

Incipit tratto da:
Titolo: Una canzone che ti strappa il cuore
Autore: Joseph O’Connor
Traduzione: Massimo Boccchiola
Titolo originale: Ghost Light
Casa editrice: Guanda

Libri di Joseph O’Connor

Copertine di Una canzone che ti strappa il cuore di Joseph O'Connor

Incipit Ghost Light

In the top floor room of the dilapidated townhouse across the Terrace, a light has been on all night. From your bed it was visible whenever you turned towards the window, which you had to do in order to fetch your bottle from the floor. Most nights, the same. The bulb is lighted at dusk. In the mornings, a couple of moments after the street lamps flicker out, it dies, and the ragged curtain is closed.

Incipit tratto da:
Title: Ghost Light
Author: Joseph O’Connor
Publisher: Random Hause
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Nella Dublino oscurantista di inizio Novecento, la diciassettenne Molly Allgood muove i primi passi nel mondo del teatro e sogna un futuro da star in America. Ribelle, irriverente, bella, corteggiata da tutti, diventa l’amante di John Synge, il più importante drammaturgo irlandese, un genio inquieto, un poeta dal linguaggio forte e dalle passioni tempestose. Il loro è un amore tormentato, a volte crudele, spesso tenero, che sfida le convenzioni rigide dell’età edoardiana – anche quelle religiose –, la differenza di età e di estrazione sociale.
Molti anni dopo, Maire O’Neill è una «reliquia del passato», un’anziana attrice logorata dalla malinconia, dalle ambizioni e dai rimpianti di una vita. «Molly», così l’hanno sempre chiamata, ormai si aggira sola e smarrita per le frenetiche strade di Londra. Nel suo mondo trasognato le figure reali si confondono con i fantasmi, con il vago chiarore dei luoghi e delle presenze che avverte intorno a sé: Dublino, le colline della contea di Wick low, Londra, New York attraversano il tempo e lo spazio, come lo scenario di un immobile atto unico. L’antica storia d’amore proibita che Molly non ha mai dimenticato si riverbera negli oggetti e nei ricordi, «in strane irruzioni diurne». Come in un lungo monologo a mezza voce, o in una vecchia canzone appena sussurrata, «lo sgattaiolare del passato fuori dalle credenze» dà vita a un romanzo struggente, intessuto di una luce magica, una storia di abbandoni e riconciliazioni che è un omaggio all’arte stessa di narrare.
(Ed. Guanda; Narratori della Fenice)

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