La danza della collana – Grazia Deledda

Incipit La danza della collana

La corteccia dell’inverno si screpola: vene rosse fra il nero delle nuvole e sfumature verdi sulla terra scura annunziano il ritorno della buona stagione. Verso il tramonto la luna nuova appare sull’occidente schiarito, come una barca che dopo un viaggio fortunoso rientra felicemente in porto; e il suo chiarore glauco si riflette sul verde cupo degli allori laggiù negli avanzi dei parchi invasi dalla marea delle nuove costruzioni.
Su questo sfondo di orizzonte si delinea la città nuova, coi suoi palazzi bianchi, le terrazze aeree festonate di panni tesi ad asciugare; con qualche cipresso nero che ravviva intorno a sé il colore liquido del cielo: e da questa montagna di costruzioni, che dà all’aria umidiccia un sapore di calce e di ragia, scendono i fiumi delle strade ancora non terminate; fiumi di selci arginati dai marciapiedi di granito, che solcano i prati ancora nudi e vanno a perdersi fra i canneti e le ginepraie della campagna.
Un uomo, sceso anche lui dalla città lungo queste strade, s’è fermato appunto al principio di un prato, dove finiscono le case di un quartiere nuovo, e osserva l’ultimo dei villini, alquanto distaccato dagli altri e che pure non ha l’aria di esser costruito di recente.
È un villino a due piani: non ha giardino, solo un ampio terreno a fianco, cinto di un reticolato di ferro: sulla facciata grigia granulosa le persiane verdi sono chiuse: pure chiuso il portoncino lucido di coppale rifugiato sull’alto di due scalini di marmo, e le cui grosse borchie d’ottone e la targhetta ovale col nome del proprietario brillano come d’oro.

Incipit tratto da:
Titolo: La danza della collana
Autrice: Grazia Delledda
Casa editrice: Fermento

Libri di Grazia Deledda

La danza della collana di Grazia Deledda

Quarta di copertina / Trama

Questo romanzo di Grazia Deledda pubblicato nel 1924 gioca su un piano parallelo. Da una parte si fa uno sfumato riferimento alla tensione sessuale, intensa e repressa, con riferimento all’arte seduttiva della danza. Dall’altra la danza è intesa come movimento simbolico della vita. La storia coinvolge una zia e una nipote che si chiamano allo stesso modo, Maria Baldi, la cui quotidianità è sconvolta dall’arrivo del conte Giovanni Delys. Mentre la prima, più anziana, sembra essersi adattata a una vita di donna sola, benestante e autonoma, la seconda sente il richiamo delle pulsioni fisiche tipico dei giovani. Il conte arriva alla ricerca di una preziosa collana in possesso della zia, ma ad accoglierlo è la nipote che non fa niente per impedire lo scambio di persona. Da qui parte un intreccio fatto di malintesi e menzogne sotto l’ombra della corruzione che sembra riguardare tutti i personaggi. Un’altra brillante testimonianza di una maestra dell’introspezione che in queste pagine approfondisce ogni aspetto caratteriale dei tre protagonisti di estrazione borghese. Apprezzerete soprattutto i dialoghi tra le due donne, in una trama nella quale è superba la capacità dell’autrice premio Nobel di raccontare in maniera esemplare ogni sfaccettatura di una tematica senza tempo come la competizione femminile
(Ed. Fermento)

Bibliografia e cronologia opere di Grazia Deledda