Esperimento di verità – Paul Auster

Incipit Esperimento di verità - Paul Auster

Incipit Esperimento di verità

Nel 1972, una carissima amica venne a trovarsi nei guai con la giustizia. Quell’anno si era stabilita in Irlanda e viveva in un paesino poco lontano dalla città di Sligo. Per caso ero andato a trovarla proprio il giorno in cui un poliziotto in borghese entrò con la macchina nel cottage e le si fece incontro con un mandato di comparizione. Le accuse erano abbastanza serie da pretendere un avvocato. La mia amica andò a informarsi un po’ in giro, le suggerirono un nome. Il mattino seguente pedalammo fino in città per incontrare quella persona e discutere il caso con lei. Con mia grande sorpresa lavorava per uno studio legale dal nome ARGUE AND PHIBBS (To argue significa discutere, argomentare; fibs sono delle piccole bugie, fandonie o frottole).

Incipit tratto da:
Titolo: Esperimento di verità
Autore: Paul Auster
Traduzione: Magiù Viardo e Massimo Bocchiola
Titolo originale: Experiment in Truth – The Red Notebook
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Esperimento di verità

Esperimento di verità - Paul Auster

Incipit The Red Notebook – True Stories

In 1972 a close friend of mine ran into trouble with the law. She was in Thailand that year, living in a small village not far from the town of Lampang. As it happened, I was visiting on the day a plainclothes detective drove up to her cottage and presented her with a summons to appear in court. The charges were serious enough to require a lawyer. My friend asked around and was given a name, and the next morning we bicycled into town to meet with this person and discuss the case. To my astonishment, he worked for a firm called Argue & Phibbs.

Incipit tratto da:
Title: The Red Notebook-True Stories
Author: Paul Auster
Publisher: New Directions
Language: English

Quarta di copertina / Trama

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Riuscire a registrare in forma di parole la «musica del caso» è stato fin dall’esordio uno dei motivi costanti dell’opera di Paul Auster. Il suo primo romanzo, Città di vetro (incluso nella Trilogia di New York), iniziava con un numero di telefono sbagliato che trasformava un solitario scrittore di romanzi gialli in caparbio detective.
Il caso, le coincidenze singolari che scandiscono l’esistenza, tutto ciò che «vuol dire niente» e malgrado ciò sembra essere l’unica realtà davvero significativa, disegna i suoi arabeschi tragici, fortunati o semplicemente bizzarri, incurante di progetti e intenzioni che muovono il nostro agire.
Per gioco, o per caso forse, Paul Auster ha iniziato a raccogliere gli aneddoti veri, vissuti in prima persona o riportati da amici e conoscenti, dove la fatalità imponeva un ritmo nuovo al racconto. Nel 1992 ha scritto una prima raccolta di questi microracconti, chiamata Il taccuino rosso (e tradotta in Italia dal Melangolo). A questa ha aggiunto negli anni Perché scrivere ?, Denuncia di sinistro e Vuol dire niente, che oggi vengono raccolti per la prima volta in volume.
Queste storie sono un «esperimento di verità», così come esistono esperimenti di fisica o di chimica. La riuscita dell’esperimento in questo caso sta nel mettere il lettore di fronte a un rovesciamento paradossale: ogni giorno nella nostra vita leggiamo la realtà per darle un senso, ma la realtà, un passo avanti, sembra fare lo stesso con noi. «Legge» i fatti e li accosta creando un discorso che ci conforta, ci distrugge o ci diverte, come una divinità capricciosa e annoiata, che cerchi di distrarsi alle nostre spalle.
(Ed. Einaudi; I Coralli)

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