Il manganello disegnò un semicerchio
Incipit Falange armata
Il manganello disegnò un semicerchio, fischiando, e finì dritto sulle labbra di Marchino con uno schiocco secco, tuc!, che gli fece sentire il sapore amaro della plastica prima ancora di quello dolciastro del sangue. Marchino fece tre passi indietro, sbattendo la schiena contro la rete di metallo che divideva in due la curva sud, aggrappandosi alle maglie per non cadere, si passò la lingua sotto le labbra gonfie e gli sfuggì un gemito quando si graffiò con un dente rotto. Allora aprì gli occhi e se lo vide davanti, il celerino, con il casco, la visiera alzata e il manganello, che tendeva la mano guantata per prenderlo, e quando lo afferrò per la manica del bomber, proprio sulla celtica con sotto scritto “Italia Skinhead”, Marchino si abbassò svelto, tirò fuori il coltello dalla tasca e lo spinse in avanti, mentre la lama usciva di scatto, nel fianco grigio. Il celerino aprì la bocca, in un sospiro corto troncato da un singhiozzo, e cadde in ginocchio sul cemento caldo dello stadio, con un contraccolpo che gli fece scendere di schianto la visiera.
Incipit tratto da:
Titolo: Falange armata
Autore: Carlo Lucarelli
Casa editrice: Einaudi
Quarta di copertina / Trama
Un romanzo leggendario, uscito in prima edizione nel 1993, nel quale compare per la prima volta una delle creazioni più felici di Lucarelli: l’impavido Coliandro, sovrintendente della Questura bolognese che sarà poi promosso ispettore ne Il giorno del lupo (e diventerà protagonista di diversi film di successo per la tv). Il suo modo scalcagnato di irrompere in scena assicura al lettore un divertimento fresco e perenne. Il suo esordio è dei più fragorosi: Coliandro si imbatte in qualcosa che appena un anno dopo la prima uscita del libro apparirà molto vicina al vero. Intanto, nel livido groviglio di neonazi, naziskin, morti ammazzati in cui rimane impigliato, uno come lui non ha la minima possibilità di districarsi. Ma c’è Nikita: ragazza ribelle e priva di pregiudizi, che accetta di aiutare il poliziotto. Tra risse in discoteca, raffiche di mitra, fughe, capitomboli e qualche momento, dopo tutto, di tenerezza.
(Ed. Einaudi; Stile Libero)