Follie di Brooklyn – Paul Auster

Incipit Follie di Brooklyn - Paul Auster

Incipit Follie di Brooklyn

Stavo cercando un posto tranquillo per morire. Qualcuno mi raccomandò Brooklyn e così la mattina dopo partii dalla contea di Westchester e andai fin là per fare un sopralluogo. Non ci tornavo da cinquantasei anni, e non ricordavo nulla. I miei genitori avevano lasciato la metropoli quando avevo tre anni, ma l’istinto mi richiamò nel quartiere dove avevamo vissuto, trascinandomi come un cane ferito verso il luogo natio. Un agente immobiliare della zona mi mostrò sei o sette appartamenti brownstone, e prima che finisse il pomeriggio ne avevo preso uno in affitto – piano-terra, due camere da letto e un piccolo giardino privato – in First Street, ad appena mezzo isolato da Prospect Park. Non avevo idea di chi fossero i miei vicini e non me ne importava. Lavoravano tutti dalle nove alle cinque e nessuno aveva bambini, quindi il palazzo era relativamente silenzioso. E io, questo desideravo più di ogni altra cosa. Una fine silenziosa per la mia vita triste e ridicola.

Incipit tratto da:
Titolo: Follie di Brooklyn
Autore: Paul Auster
Traduzione: Massimo Bocchiola
Titolo originale: The Brooklyn Follies
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Follie di Brooklyn

Follie di Brooklyn – Paul Auster

Incipit The Brooklyn Follies

I was looking for a quiet place to die. Someone recommended Brooklyn, and so the next morning, I traveled down there from Westchester to scope out the terrain. I hadn’t been back in fifty six years, and I remembered nothing. My parents had moved out of the city when I was three, but I instinctively found myself returning to the neighborhood where we had lived, crawling home like some wounded dog to the place of my birth. A local real estate agent ushered me around to six or seven brownstone flats, and by the end of the afternoon I had rented a two-bedroom garden apartment on First Street, just half a block away from Prospect Park. I had no idea who my neighbors were, and I didn’t care. They all worked at nine-to-five jobs, none of them had any children, and therefore the building would be relatively silent. More than anything else, that was what I craved. A silent end to my sad and ridiculous life.

Incipit tratto da:
Title: The Brooklyn Follies
Author: Paul Auster
Publisher: Picador
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Acquista qui 150

Con un matrimonio fallito e una brutta malattia alle spalle, raggiunta ormai l’età della pensione, Nathan Glass ritorna a Brooklyn, la città dov’è nato e che ha lasciato quasi sessant’anni prima. Non è spinto né dalla nostalgia né dal desiderio di fuggire i luoghi della propria esistenza. Trasloca a Brooklyn con l’intenzione precisa di cercare un buon posto per morire. Ma il caso ha ancora in serbo per lui molti avvenimenti, incontri ed emozioni, molta vita prima della fine.
Una delle prime persone che ritrova è Tom Wood, suo nipote. Abbandonate le ambizioni accademiche, Tom si è rassegnato a lavorare come commesso in una libreria antiquaria proprio a Park Slope, il quartiere dove si è stabilito Nathan. Ma se nel caso dell’anziano zio il ritiro a Brooklyn è in qualche modo comprensibile, per il nipote, un trentenne intelligente e sensibile, pare un po’ prematuro. Tom si è arenato in una secca dell’esistenza in compagnia di autocommiserazione e rinuncia, e Nathan cerca di restituirgli la voglia di costruirsi una vita.
La storia della loro ritrovata amicizia si intreccia a quella del quartiere, che come in altre opere di Auster, e in particolare nel film Smoke, assume il ruolo di protagonista. Di pagina in pagina il romanzo si arricchisce di personaggi. Primo fra tutti il padrone della libreria in cui Tom lavora, Harry Brightman, che ha scontato cinque anni di prigione per truffa e non vede l’ora di rimettersi nei guai, soprattutto dal momento in cui l’ex amante e complice ritorna a tentarlo. E dal passato della famiglia Glass arriva un giorno anche una bambina, figlia dell’altra nipote di Nathan. La piccola Lucy si presenta da sola alla porta di Tom, non parla, non rivela dove si trova la madre, e rende molto movimentata la tranquilla esistenza degli zii.
Dopo due romanzi drammatici come Il libro delle illusioni e La notte dell’oracolo, Paul Auster ci regala una commedia non senza ombre, ma dai toni più leggeri.
Una commedia che termina però la mattina dell’11 settembre 2001, data oltre la quale, soprattutto per i newyorchesi, i lieto fine diventeranno di colpo più amari e difficili.
(Ed. Einaudi; SuperCoralli)

Cronologia opere, libri, biografia di Paul Auster su Incipitmania