La forza del destino – Marco Vichi

Incipit La forza del destino – Marco Vichi

Incipit La forza del destino

«La Nazione», lunedì 20 febbraio 1967
Terza pagina

Le colline dell’orrore
Suicidio nel bosco
Macellaio fiorentino di 44 anni
si spara in bocca nel bosco di Cintola Alta

Ieri mattina Livio Penerai, macellaio di 44 anni, si è ucciso con una fucilata in bocca nei pressi dell’abbazia di Monte Scalari.
Mancavano pochi minuti alle sette quando un cacciatore si è trovato davanti il corpo senza vita del macellaio, con la doppietta tra le mani. La signora Cesira Batacchi, sposata con Panerai da 19 anni, non sa spiegarsi il gesto estremo del marito, che come ogni domenica era uscito prima dell’alba per andare a caccia sulle colline di Cintoia. Nessuna preoccupazione aleggiava sopra la testa di Livio Panerai. Gran lavoratore, sempre allegro, amato dai suoi clienti, conduceva una vita senza ombre. Gli abitanti della Panca parlano di «colline dell’orrore».

Incipit tratto da:
Titolo: La forza del destino
Autore: Marco Vichi
Casa editrice: Guanda
Qui è possibile leggere le prime pagine di La forza del destino

La forza del destino - Marco Vichi

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Quarta di copertina / Trama

È la primavera del 1967. L’alluvione di novembre, con il suo strascico di tragedie e di detriti, sembra essersi placata e Firenze comincia di nuovo a respirare. Ma non il commissario Bordelli. Per lui non c’è pace dopo un fatto che gli è successo. Indagando sull’omicidio di un ragazzino, si è scontrato con i poteri occulti della massoneria ed è stato costretto alla resa con un «messaggio» molto chiaro: lo stupro di Eleonora, la giovane commessa con cui aveva appena intrecciato una relazione appassionata, e una lista con i nomi di tutte le persone a lui più care. Sconfitto e amareggiato, Bordelli si è dimesso dalla polizia e ha lasciato San Frediano.
Che altro avrebbe potuto fare? si chiede nel silenzio della casa sulle colline. Continuare a fare il poliziotto sapendo che non sarebbe mai riuscito a mettere in galera gli assassini? Adesso trascorre le giornate cucinando, facendo lunghe passeggiate nei boschi, imparando a far crescere le verdure nell’orto. Il pensiero di quella resa, di quella violenza senza giustizia, però, non lo abbandona. Ma il destino, in cui fino ad ora non ha creduto, gli offre inaspettatamente l’occasione di fare i conti con il passato, e Bordelli non si tira indietro.
(Ed. Guanda; Narrativa della Fenice)

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