Al faro – Virginia Woolf

Incipit Al faro - Virginia Wool

Incipit Al faro

«Si, certamente, se domani é bello» disse la signora Ramsay. «Ma ti dovrai svegliare con l’allodola» aggiunse.
Al figlio queste parole dettero una gioia straordinaria, come se fosse ormai deciso che la spedizione ci sarebbe stata senz’altro, e il miracolo atteso, gli sembrava, da anni e anni, fosse ora a portata di mano, dopo le tenebre di una notte e la navigazione di un giorno. All’età di sei anni, apparteneva già a quel vasto gruppo di persone che non sanno tener separato un sentimento dall’altro, ma piuttosto lasciano che le immaginazioni del futuro, con le loro gioie e dolori, offuschino ciò che è già qui, perché fin dalla prima infanzia qualsiasi oscillazione nella ruota della sensibilità ha il potere di cristallizzare e fissare l’attimo, da cui la tristezza o l’euforia dipendono. Perciò James Ramsay, seduto li sul pavimento, intento a ritagliare le figurine dal catalogo illustrato dei Magazzini dell’Unione Militare, alle parole della madre riversò un’ondata di felicità paradisiaca sulla figura del frigorifero. Gli orli sprizzavano gioia. La carretta, la falciatrice, il fruscio dei pioppi, le foglie che prima della pioggia schiariscono, le cornacchie che gracchiano – ogni cosa nella mente di lui aveva il suo proprio colore e carattere, di tutto s’era fatto già il suo codice personale, la sua lingua segreta, anche se a guardarlo sembrava l’immagine della severità incorruttibile, assoluta, con la fronte alta, i fieri occhi azzurri, impeccabilmente candidi e schietti, leggermente accigliati al cospetto della fragilità umana: tanto che sua madre osservandolo mentre guidava con mosse precise le forbici intorno alla figura che ritagliava, se lo immaginò tutto vestito di porpora e d’ermellino a presiedere una corte di giustizia, o alla guida di una qualche impresa ardua e decisiva, in un momento di crisi della vita pubblica.

Incipit tratto da:
Titolo: Al faro
Autrice: Virginia Woolf
Traduzione: Nadia Fusini
Titolo originale: To the lighthouse
Casa editrice: Mondadori
Qui è possibile leggere le prime pagine di Al faro

Gita al faro - Virginia Woolf

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Incipit To the lighthouse

“Yes, of course, if it’s fine tomorrow,” said Mrs Ramsay. “But you’ll have to be up with the lark,” she added. To her son these words conveyed an extraordinary joy, as if it were settled, the expedition were bound to take place, and the wonder to which he had looked forward, for years and years it seemed, was, after a night’s darkness and a day’s sail, within touch. Since he belonged, even at the age of six, to that great clan which cannot keep this feeling separate from that, but must let future prospects, with their joys and sorrows, cloud what is actually at hand, since to such people even in earliest childhood any turn in the wheel of sensation has the power to crystallise and transfix the moment upon which its gloom or radiance rests.

Incipit tratto da:
Title: To the lighthouse
Author: Virginia Woolf
Publisher: eBooks@Adelaide
Language: English
Al faro – Audiolibro - Woolf

Quarta di copertina / Trama

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«Gita al faro», che la BUR presenta in una nuova traduzione, viene dal ricordo e dal rimpianto di un’infanzia felice, protetta da madre e padre, allietata da fratelli e sorelle, nella casa della vacanze al mare. Virginia Woolf scrive questa elegia mentre sta leggendo Proust, forse in gara con lui. Progetta il libro in tre parti: alla finestra del salotto, sono passati sette anni, la gita al Faro che finalmente è compiuta dal padre, ormai vecchio, da de figli ormai adolescenti. La madre è morta, e anche i due figli più grandi. Della terribile guerra che intanto è accaduta non parla: è il suo modo di condannarla. Inserisce nel quadro un altar-ego di se stessa, Lily Briscoe, una pittrice che vorrebbe fissare sulla tela la bellezza misteriosa e appassionante della madre, la signora Ramsay, e vi riuscirà solo alla fine, nello stesso momento in cui Virginia Woolf finisce la sua scrittura. Nel diario ne parla come di un processo di gestazione, faticoso e doloroso, un parto. Ha dovuto districare dentro di sé i sentimenti, spezzare il codice genetico: quanto è dovuto alla madre e quanto al padre. «È uguale a un doloroso però eccitante processo di natura, che si desidera follemente di portare a termine.»
La figlia è rinata come scrittrice.
(Ed. Rizzoli; BUR SuperClassici)