Il gioco della mosca – Andrea Camilleri

A beddruzza o’ papà.

Incipit Il gioco della mosca

A beddruzza o’ papà. La pallina al papà.
A commentare un’azione che può apparire disinteressata, altruista, ma che in realtà è assai redditizia per chi la compie. Gnazio Spidicato faceva il contabile nello scagno di mio nonno che si occupava di commercio di zolfi. Aveva uno stipendio minimo, a casa l’aspettavano moglie e cinque figli piccoli, di cui tre gemelli. Certamente doveva fare salti mortali per nutrire la numerosa famiglia e lui pubblicamente si vantava di farli, a destra e a manca raccontando come alla lettera si levasse il pane di bocca per darlo ai suoi, come il suo unico nutrimento fossero i suoi famigliari che mangiavano.

Incipit tratto da:
Titolo: Il gioco della mosca
Autore: Andrea Camilleri
Casa editrice: Angolo Manzoni

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Copertine di Il gioco della mosca di Andrea Camilleri

Risvolto di copertina / Trama

Un insieme di microstorie, ciascuna delle quali è all’origine di un modo di dire, di una «frase celebre» facente parte di una mitologia familiare e cittadina, che risale agli anni dell’infanzia dell’Autore.
«Il mio era un paese di terra e mare. Aveva un hinterland abbastanza grande da potervi fare allignare i germi di una cultura contadina che s’intrecciavano, si impastavano con quelli di una cultura, più articolata e mossa, che era propria dei pescatori, dei marinai. Dal tempo della mia infanzia molte cose sono naturalmente cambiate, in meglio o in peggio non m’interessa, ma proprio perché cambiate rischiano di perdersi, di svanire anche all’interno della memoria». Sentenze, detti, mimi, proverbi del parlare siciliano, raccolti e spiegati «geneticamente», al modo del loro nascere da microepisodi variamente tramandati, micronarrazioni, o – come dice Camilleri – da «storie cellulari».
(Ed. Sellerio; La memoria)

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