Incipit La gastrite di Platone
Vecchiano , 25 aprile 1997
Incipit tratto da:
Caro Adriano Sofri,
il motivo di questa mia lettera aperta è originato dalla lettura di un artico di Umberto Eco nella sua rubrica settimanale «La Bustina di Minerva» («L’Espresso», 24 aprile 1997), che si intitola: Il primo dovere degli intellettuali: stare zitti quando non servono a niente. La tesi avanzata da Eco, che noi consideriamo ovviamente un intellettuale dotato di ottima cultura, è esposta con i canoni della geometria, e nella sua astratta impostazione non si riferisce a nessuna situazione specifica (oltre ai sassi dai cavalcavia) del momento storico che tutti noi stiamo vivendo, ma si avvale di esempi metaforici che tuttavia potrebbero plausibilmente essergli applicati.
Titolo: La gastrite di Platone
Autore: Antonio Tabucchi
Casa editrice: Sellerio
Quarta di copertina / Trama
La gastrite di Platone è il titolo paradossale, scelto per l’edizione francese e qui mantenuto, di un libro nato come iniziale riflessione intorno ad un articolo di Umberto Eco basato sul concetto che l’unica cosa che l’intellettuale possa fare quando la casa brucia è telefonare ai pompieri. Insoddisfatto del ruolo del telefonista diligente, anzi, introducendo nel club rigidamente istituzionalizzato degli «intellettuali» la figura dello scrittore concepito come intellettuale «sporadico» e «clandestino», Tabucchi scalza causticamente una stereotipata icona che si vuole sacerdotale o manageriale, magari tollerabilmente querula, ma comunque sempre domestica ed esornativa, reclamando il diritto (e il dovere) dello scrittore di indagare con la sua scrittura sul «non dato da conoscere». E chiamando Sofri come interlocutore, e dunque scegliendo esplicitamente il «Caso Sofri» come nodo di una realtà che si vorrebbe formalmente «chiara», ma che sostanzialmente risulta oscura e inquietante, Tabucchi propone un discorso che è insieme un’urgente interrogazione e un allarme. Che, partiti dall’Italia, e dopo essere stati accolti dalla Francia, a noi rimbalzano.
(Ed. Sellerio; La Memoria)