Le intermittenze della morte- José Saramago

Incipit Le intermittenze della morte – José Saramago

Incipit Le intermittenze della morte

Il giorno seguente non morì nessuno. Il fatto, poiché assolutamente contrario alle norme della vita, causò negli spiriti un enorme turbamento, cosa del tutto giustificata, ci basterà ricordare che non si riscontrava notizia nei quaranta volumi della storia universale, sia pur che si trattasse di un solo caso per campione, che fosse mai occorso un fenomeno simile, che trascorresse un giorno intero, con tutte le sue prodighe ventiquattr’ore, fra diurne e notturne, mattutine e vespertine, senza che fosse intervenuto un decesso per malattia, una caduta mortale, un suicidio condotto a buon fine, niente di niente, zero spaccato. Neppure uno di quegli incidenti automobilistici tanto frequenti nelle occasioni festive, quando l’allegra irresponsabilità e l’eccesso di alcol si sfidano reciprocamente sulle strade per decidere chi riuscirà ad arrivare alla morte al primo posto. Il passaggio dell’anno non aveva lasciato dietro di sé il solito rigagnolo calamitoso di morti, come se la vecchia atropo dalla dentatura digrignata avesse deciso di inguainare la forbice per un giorno. Sangue, però, ce ne fu, e non poco.

Incipit tratto da:
Titolo: Le intermittenze della morte
Autore: José Saramago
Traduzione: Rita Desti
Titolo originale: As Intermitências da Morte
Casa editrice: Einaudi

Libri di José Saramago

Le intermittenze della morte – José Saramago

Quarta di copertina / Trama

In un non meglio identificato Paese, allo scoccare della mezzanotte di un 31 dicembre, s’instaura l’eternità, perché nessuno muore più. L’avvenimento suscita a tutta prima sentimenti di giubilo e felicità, ma crea anche scompiglio in ogni strato sociale: dal governo alle compagnie di assicurazioni, dalle agenzie di pompe funebri alle case di riposo e, soprattutto nella chiesa, la cui voce di protesta si leva alta e forte: senza morte non c’è più resurrezione, ne non c’è più chiesa…
Dopo sette mesi di «tregua unilaterale», con una missiva manoscritta in una busta di colore violetto indirizzata ai mezzi di comunicazione, la morte dichiara di interrompere il suo «sciopero» e di riprendere il proprio impegno con l’umanità. E nonostante vengano dispiegati tutti i mezzi investigativi (legali e non) a disposizione delle autorità (dall’esame grafologico all’identikit) per individuare il mittente – che viene poi identificato in una donna -, le buste di colore violetto continuano ad arrivare nelle case dei rispettivi destinatari con il loro nefasto contenuto.
Tutte…tranne una, per ben tre volte rinviata al mittente e indirizzata a un violoncellista, il cui «ritratto, se davvero esistessero in musica, non lo si sarebbe ritrovato in nessuna composizione per violoncello, ma in un brevissimo studio di Chopin, opera venticinque, numero nove, in sol bemolle maggiore».
Così, assunte le fattezze di una donna, la morte decide di consegnare personalmente la lettera al legittimo sventurato destinatario. Una volta tanto, per chissà quale inspiegabile istinto, vuole conosce la sua prossima vittima e comincia a spiarlo, si introduce, non vista, a casa sua, e va a sentirlo suonare…
(Ed. Einaudi. Prima Edizione)

Incipit Le intermittenze della morte – José Saramago

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