“Fu allora che ebbe lacerante certezza della prossimità della sua morte”.
Incipit L’intermittenza
“Fu allora che ebbe lacerante certezza della prossimità della sua morte”.
Incipit tratto da:
Si stava spalmando il sapone da barba e prima sobbalzò, poi si bloccò, le punte delle dita incremate sulla guancia destra. Allo specchio, appariva nella stessa posa della foto pubblicata sulla copertina dell’ultimo numero di Comunicazione e impresa, dedicata ai manager più importanti del Paese, che conteneva anche una sua lunga intervista.
Un attimo prima era intento a riandare col pensiero alla cena della sera avanti, tra l’altro il vecchio Birolli era accompagnato da una nipote ventenne che lèvati, quando, all’improvviso, erano comparse quelle parole. O meglio, le aveva lette. Ma dove? Sullo specchio?
Titolo: L’intermittenza
Autore: Andrea Camilleri
Casa editrice: Mondadori
Risvolto di copertina / Trama
Un grande azienda, la Manuelli, che sostiene l’economia del Paese e dà lavoro a migliaia di operai. Il suo presidente, vecchio padre della rinascita industriale italiana che parla di sè solo in terza persona ma adesso sopravvive in un triste declino: Il figlio di lui, inetto e velleitario: la patente ritirata perla solita corsa con un’auto sportiva e una carica di vicedirettore generale per la quale viene irriso da tutti. Il direttore del personale, abile e cinico quanto basta per mettere in mobilità senza alcun turbamento centinaia di dipendenti, ma con la segreta debolezza dell’amore per la poesia. E il direttore generale, il solo a non mostrare cedimenti: Mauro De Blasi, manager dotato di tutta la fermezza, l’eleganza diplomatica, la ferocia necessarie al suo ruolo – e anche di una moglie giovane, bellissima e scema. E poi ancora segretarie avvenenti o inacidite, autisti e telefoni che squillano, squillano senza sosta per questioni di lavoro e di soldi, d’amore e di tradimenti.
Su questa realtà, che ci sembra di conoscere molto bene, si allunga l’ombra della crisi: e allora bisogna tagliare e cassa integrare, trattare con i ministri e sottosegretari, fronteggiare sindacalisti e occupazioni. Ma la Manuelli tiene botta, sotto l’abile guida del suo direttore non vacilla e, anzi, fiuta l’affare, sotto forma di un pesce un poco più piccolo che invece per la crisi boccheggia, e che può essere inghiottito in un sol boccone: si tratta dell’azienda Birolli, il cui proprietario è assillato dai creditori e pronto a svendere tutto pur di salvarsi. Un solo bene nemmeno il curatore fallimentare potrebbe togliergli: la nipote Licia, superbo esemplare di femmina determinata, intelligente e sensuale.
Ancora una volta Mauro De Balsi si dimostra più furbo di tutti – anche se c’è qualcosa, uno strano fenomeno, che inizia a manifestarsi con inquietante frequenza nelle sue giornate: l’intermittenza.
Un thriller finanziario spietato, un dramma che ha il passo implacabile che Camilleri ci ha già mostrato in un Sabato con gli amici, quando i suoi personaggi appaiono scolpiti con scabra efficacia, quasi con crudeltà, rastremati attorno alle pure motivazioni del loro agire: l’odio, il desiderio, la vendetta, il potere.
(Ed. Mondadori; Scrittori italiani e stranieri)