L’invenzione della solitudine – Paul Auster

Incipit L'invenzione della solitudine – Paul Auster

Incipit L’invenzione della solitudine

Un giorno c’è la vita. Per esempio, un uomo sano, neanche vecchio, senza trascorsi di malattie. Tutto è com’era prima e come sarà sempre. Passa da un giorno all’altro pensando ai fatti suoi, sognando solo il tempo che ancora gli si prepara. Poi, d’improvviso, capita la morte. Un uomo esala un leggero sospiro, si abbandona sulla sedia, ed è la morte. La sua subitaneità non lascia spazio al pensiero, non dà occasione allo spirito di cercare una parola che possa consolarlo. Restiamo soli con la morte, col dato inoppugnabile della nostra mortalità. La morte dopo lunga malattia possiamo accettarla con rassegnazione. Anche la morte accidentale si può attribuire al destino. Ma che un uomo muoia senza causa apparente, che muoia solamente perché è uomo, ci spinge così vicino all’invisibile confine tra la vita e la morte da farci domandare su che lato di esso ci troviamo. La vita si fa morte, ed è come se quella morte avesse posseduto questa vita da sempre. Morire senza preavviso. Come dire: la vita si interrompe. E può interrompersi in qualunque momento.

Incipit tratto da:
Titolo: L’invenzione della solitudine
Autore: Paul Auster
Traduzione: Massimmo Bocchiola
Titolo originale: The Invention of Solitude
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di L’invenzione della solitudine

L'invenzione della solitudine – Paul Auster

Incipit The Invention of Solitude

One day there is life. A man, for example, in the best of health, not even old, with no history of illness. Everything is as it was, as it will always be. He goes from one day to the next, minding his own business, dreaming only of the life that lies before him. And then, suddenly, it happens there is death. A man lets out a little sigh, he slumps down in his chair, and it is death. The suddenness of it leaves no room for thought, gives the mind no chance to seek out a word that might comfort it. We are left with nothing but death, the irreducible fact of our own mortality. Death after a long illness we can accept with resignation. Even accidental death we can ascribe to fate. But for a man to die of no apparent cause, for a man to die simply because he is a man, brings us so close to the invisible boundary between life and death that we no longer know which side we are on. Life becomes death, and it is as if this death has owned this life all along. Death without warning. Which is to say: life stops. And it can stop at any moment.

Incipit tratto da:
Title: The Invention of Solitude
Author: Paul Auster
Publisher: Penguin
Language: English

Quarta di copertina / Trama

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Qualche settimana dopo l’inattesa morte del padre, Paul Auster, si ritrova nella grande casa ormai deserta di un uomo che per tutta la vita aveva vissuto caparbiamente distaccato dal mondo e dagli affetti. E accostando i frammenti sparsi di un’esistenza pressoché estranea, facendo lo spoglio delle carte e degli oggetti personali di quel padre che era sempre parso distante e sfuggente, Auster si imbatte nelle testimonianze di un lontano delitto che aveva scosso la vita della famiglia all’inizio del secolo. Se nel Ritratto di un uomo invisibile, la prima parte de L’invenzione della solitudine, Paul Auster veste i panni del figlio, nella seconda, Il libro della memoria, la sua attenzione si sposta sulla sua identità di padre. E attraverso un mosaico di immagini, coincidenze e associazioni, «A» riflette su come il caso impercettibilmente governi le nostre vite, sulla natura solitaria dello scrivere e l’inevitabile distacco che lo separa dal figlio Daniel.
Un delicato ritratto di famiglia, tutto giocato sul filo della memoria, una commossa riflessione sulla difficoltà di essere figli e padri.
(Ed. Einaudi; ET Scrittori)

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