Lazzaro, vieni fuori – Andrea G. Pinketts

Incipit Lazzaro, vieni fuori – Andrea G. Pinketts

Incipit Lazzaro, vieni fuori

Per molto tempo sono andato a letto tardi.
La differenza tra me e Proust.
Il pullman che dovevo prendere sembrava non andasse a letto mai. Nei momenti di riposo lo immaginavo sbuffare come un vecchio elefante in un nuovo film di Tarzan.
La stazione delle corriere di Trento aveva raccolto l’autunno con la fredda, burbera, disponibile ospitalità della gente di montagna. Il freddo sembrava avesse ibernato le altre corriere che sarebbero partite più tardi, mentre quella col motore acceso che stavo per prendere barriva il canto dell’elefante, più sonoro di quello del cigno.
Forse ero il solo a sentirlo: effetto di un mattino cattivo o di una notte brava. Anche la sera precedente ero andato a letto tardi, ma, come Proust, avevo perduto un sacco di tempo. Le aspirazioni si effettuano solo con l’aerosol. Il resto era una giovinezza consapevolmente, orgogliosamente dissipata nell’avvicinarmi alla trentina.
L’età, non la regione.

Incipit tratto da:
Titolo: Lazzaro, vieni fuori
Autore: Andrea G. Pinketts
Casa editrice: Feltrinelli

Libri di Andrea G. Pinketts

Lazzaro, vieni fuori - Andrea G. Pinketts

Quarta di copertina / Trama

Anche Andrea G. Pinketts e stato piccolo, Lazzaro no. Era gia grande alla sua prima avventura che e una fiaba d’azione. Dove il Bene e il Male si scontrano con il “bene o male” e ne escono sconfitti. Quando i cani latrano e i maiali abbaiano, quando i nani e i giganti si incontrano nello stesso piccolo paese, allora e il caso che Lazzaro Sant’Andrea intervenga. Fra Peter Pan e il mostro di Firenze, fra Mary Poppins e Mary Riley, tra pedofili e cinefili, fra Swift e swing, la genesi della letteratura pinkettsiana.
(Ed. Feltrinelli)

Incipit Lazzaro, vieni fuori – Andrea G. Pinketts

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