Libra – Don DeLillo

Incipit Libra – Don DeLillo

Incipit Libra

Quello era l’anno in cui viaggiava in metropolitana fino ai confini della città, trecento e più chilometri di binari. Gli piaceva mettersi in testa al primo vagone, le mani premute sul vetro. Il treno squarciava le tenebre. I passeggeri alle vari fermate fissavano il nulla con un’espressione messa a punto negli anni. Gli veniva da chiedersi, sfrecciando davanti a loro, chi fossero realmente. Nei tratti più veloci il suo corpo sussultava. Correva così forte da far pensare che fossero sul punto di perdere il controllo. Lo stridore arrivava a un parossismo doloroso che lui interiorizzava come una sfida personale. Un’altra curva strappaculo. Nel rumore di queste svolte c’era tanto ferro che ne sentiva il sapore, come un bambino, quando ti metti un giocattolo in bocca.

Incipit tratto da:
Titolo: Libra
Autore: Don DeLillo
Traduzione: Massimo Bocchiola
Titolo originale: Libra
Casa editrice: Einaudi
Qui è possibile leggere le prime pagine di Libra

Libra - Don DeLillo

Incipit Libra

This was the year he rode the subway to the ends of the city, two hundred miles of track. He liked to stand at the front of the first car, hands flat against the glass. The train smashed through the dark. People stood on local platforms staring nowhere, a look they’d been practicing for years. He kind of wondered, speeding past, who they really were. His body fluttered in the fastest stretches. They went so fast sometimes he thought they were on the edge of no-control. The noise was pitched to a level of pain he absorbed as a personal test. Another crazy-ass curve. There was so much iron in the sound of those curves he could almost taste it, like a toy you put in your mouth when you are little.

Incipit tratto da:
Title: Libra
Author: Don DeLillo
Publisher: Penguin
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Con Libra, anche Don DeLillo si cimenta con uno degli eventi piú traumatici del secondo dopoguerra: l’omicidio, nel 1963, di John Fitzgerald Kennedy. il punto di vista, però, è quasi inedito: ciò che DeLillo ricostruisce è la personalità di Oswald, l’assassino materiale di Kennedy, e quella di altri personaggi coinvolti nell’omicidio – funzionari esautorati dalla Cia, esuli cubani.
Ciò non toglie che, sullo sfondo del romanzo, rimangano tutte le ipotesi che in venticinque anni di indagini (Libra è del 1988 e in Italia è già uscito, in un’altra traduzione, presso Pironti) sono state formulate sull’assassinio di JFK; ed è proprio sull’assassinio del presidente americano – e su quello di Oswald due giorni dopo – che il libro si chiude.
E soprattutto, da quel tragico capitolo di storia DeLillo fa emergere i problemi esistenziali degli uomini in epoca postmoderna – di cui, del resto, Oswald è un campione: le sue mille facce, la sua personalità sfuggente pare quasi un simbolo involontario della frantumazione dell’individuo e della storia nel secondo Novecento.
(Ed. Einaudi; SuperCoralli)

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