Il mio biliardo – Mordecai Richler

Incipit Il mio biliardo

Di recente Clive Everton, massimo guru dello snooker, ha dichiarato che due colonne del nostro sport nate e cresciute in Canada, Cliff Thorburne Kirk Stevens, si possono ormai considerare promosse in serie A. Per essere più precisi, ecco quanto l’amabile Everton ha scritto sul mensile “Snooker Scene”: “A dodici anni, dico dodici, Stevenson ha faticosamente raggranellato i quattro dollari necessari per sfidare Thorburn, che nel 1970, e nella subcultura in cui lo snooker canadese ristagnava, era già una stella di prima grandezza” (il corsivo è il mio).

Incipit tratto da:
Titolo: Il mio biliardo
Autore: Mordecai Richler
Traduzione: Matteo Codignola
Illustrazione Copertina: Patrick D. Milbourn (Il giocatore di biliardo)
Titolo originale: On Snooker. The game and the Characters Who Play it
Casa editrice: Adelphi

Libri di Mordecai Richler

Copertine di Il mio biliardo di Mordecai Richler

Incipit On Snooker

Clive Everton, snookerdoom’s Rashi, once pronounced on two of the game’s stalwarts, Cliff Thorburn and Kirk Stevens, both Canadian born and bred, declaring them long-standing chums. “Stevens was a mere twelve-year-old,” wrote the affable Everton in the monthly journal Snooker Scene, “when he painstakingly accrued four dollars with which to challenge Thorburn, a superstar even then, in 1970, in the subculture from which Canadian snooker had not even begun to emerge.” (Emphasis mine.)

Incipit tratto da:
Title: On Snooker. The game and the Characters Who Play it
Author: Mordecai Richler
Publisher: Penguin
Language: English

Quarta copertina / Trama

Che cosa hanno in comune Paul Newman, la Regina Madre d’Inghilterra e il popolo degli insonni disposti a seguire in televisione, fino all’alba, le silenziose evoluzioni delle palle colorate su un tappeto verde a tutto schermo? Semplice: una passione, la stessa che Mordecai Richler ha sempre nutrito e che in questo libro, il suo ultimo, si è deciso a raccontare. Convinto che il biliardo sia un gioco troppo serio per lasciarlo ai cronisti sportivi (categoria della quale ha peraltro a lungo, e onorevolmente, fatto parte), Richler ne tesse qui un’elegia che sembra il colpo da maestro di un grande giocatore, con la palla che finisce in buca dopo un gioco di sponde imprevedibile. Così, la penna che sembrava prepararsi a incidere il cammeo di un fuoriclasse devia d’improvviso verso i locali fumosi della Montreal del secondo dopoguerra, da lì rimbalza in un confronto a distanza con le pagine dedicate allo sport da grandi scrittori, poi colpisce in rapida successione il calcio, il football o lo hockey – senza risparmiare, nei suoi andirivieni, niente e nessuno. E come i numerosi devoti della Versione di Barney avranno già previsto, i primi a cadere sono proprio i santini quali l’immenso Wayne Gretzky, simbolo dello sport americano oggi a riposo, e quindi disposto a interpretare qualsiasi spot – «tranne quello dei Tampax. Per ora».
Il mio biliardo è stato pubblicato per la prima volta nel 2001.
(Ed. Adelphi; La collana dei casi)

Cronologia opere e bibliografia di Mordecai Richler