Incipit La mia vita di uomo
Qui è possibile leggere le prime pagine di La mia vita di uomoPrima, innanzitutto, l’educazione protetta da cucciolo viziato. A diciassette anni adorato antagonista di quel tenace e irruente ciabattino (tutti qui, amava dire, un umile ciabattino, ma aspettate e vedrete), un uomo che al figlio dava da leggere Dale Carnegie per temperarne l’arroganza,e il proprio esempio per ispirarla e rafforzarla.”Se non la pianti di guardare tutti dall’alto in basso, Natie, finirai per diventare un eremita, una persona odiata, il nemico del mondo…” Nel frattempo, nel suo negozio al piano di sotto, quel Polonio non mostrava altro che disprezzo per qualunque dipendente la cui ambizione fosse meno sfrenata della sua. […]
Incipit tratto da:
Titolo: La mia vita di uomo
Autore: Philip Roth
Traduzione: Norman Gobetti
Titolo originale: My life as a man
Casa editrice: Einaudi
Incipit My life as a man
First, foremost, the puppyish, protected upbringing above his father’s shoe store in Camden. Seventeen years the adored competitor of that striving, hot-headed shoedog (that’s all, he liked to say, a lowly shoedog, but just you wait and see), a man who gave him Dale Carnegie to read so as to temper the boy’s arrogance, and his own example to inspire and strengthen it. “Keep up that cockiness with people, Natie, and you’ll wind up a hermit, a hated person, the enemy of the world—“ Meanwhile, downstairs in his store, Polonius displayed nothing but contempt for any employee whose ambition was less fierce than his own.
Incipit tratto da:
Title: My life as a man
Author: Philip Roth
Publisher: Vintage
Language: English
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Quarta di copertina / Trama
Romanzo dentro il romanzo, edificio labirintico di meditazioni comiche, luttuose e strazianti sulla fatale impasse fra un uomo e una donna, Peter e Maureen Tarnopol, marito e moglie, La mia vita di uomo, pubblicato originariamente nel 1974 e ora riproposto in una nuova traduzione, è il più impietoso fra i libri di Philip Roth.
Per mezzo di invenzioni disperate e verità cauterizzanti, atti di debolezza, di tenerezza e di scioccante crudeltà, Philip Roth crea un’opera degna di Strindberg: una feroce tragedia di cecità e bisogno sessuale.
(Ed. einaudi; Supercoralli)