Le mani di Jacob – Christopher Isherwood e Aldous Huxley

Incipit Le mani di Jacob – Christopher Isherwood e Aldous Huxley

Incipit Le mani di Jacob

Un’auto viaggia lungo una delle strade che attraversano il deserto del Mojave, costeggiando le pendici dei monti San Gabriel.
Lascia a un tratto la carrozzabile e svolta, prendendo a salire lungo una strada impervia di terra battuta. Il pendio è punteggiato di alberi di jucca, strani nelle loro forme immobili e fantastiche. Più in alto, ci sono macchie di ginepro.
La strada peggiora via via, tutta solchi profondi lasciati dalle piogge montane. Serpeggia attraverso una gola sempre più stretta e si inerpica fino a un costone di terreno piatto al di sopra del canyon, Il terreno è coltivato. Ci sono alberi da frutto, senza foglie in questa stagione.

Incipit tratto da:
Titolo: Le mani di Jacob
Autore: Christopher Isherwood e Aldous Huxley
Traduzione: Hilia Brinis
Titolo originale: Jacob’s Hands
Casa editrice: Baldini & Castoldi

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Le mani di Jacob - Christopher Isherwood e Aldous Huxley

Incipit Jacob’s Hands

A car is traveling along one of the roads which cross the Mojave Desert, skirting the foothills of the San Gabriel Mountains.
Presently, it leaves the highway and turns uphill, along a rough dirt road. The slope is dotted with Joshua trees, striking still, fantastic attitudes. Higher up, there are thickets of juniper.
The road gets worse and worse, deeply furrowed by mountain rains. It winds through a narrowing defile and climbs a flat shelf of land above the canyon. The flat land is cultivated. There are fruit trees, leafless at this season.

Incipit tratto da:
Title: Jacob’s Hands
Author: Aldous Huxley, Christopher Isherwood
Publisher: St. Martin’s Griffin
Language: English

Quarta di copertina / Trama

Alla fine degli anni Trenta, quando la seconda guerra mondiale è ormai all’orizzonte, una larga parte della comunità intellettuale europea emigra negli Stati Uniti, scegliendo come meta soprattutto la California. Ciò che trova al suo arrivo è il Nirvana: sole, libertà, misticismo e un’industria cinematografica che cresce a ritmi vertiginosi. Vari scrittori americani, da William Faulkner a F. Scott Fitzgerald, stanno tentando la scalata al mondo della celluloide. Gli europei, se pur con alterne fortune, faranno altrettanto.
Le mani di Jacob è l’esito della collaborazione tra due uomini geni del nostro tempo: il romanziere esagista Aldous Huxley e il drammaturgo e critico Christopher Isherwood (reduce da Berlino e dalla produzione del musical Cabaret).
Originariamente scritto in forma di soggetto cinematografico, questo racconto lungo vede oggi la luce per la prima volta. Rimasto a giacere per oltre sessant’anni in un baule appartenente al patrimonio Huxley, nel 1997 viene scoperto dall’attrice Sharon Stone, che se ne innamora.
Per descrivere personaggi, epoca e ambiente, basti dire che siamo negli anni Venti e che “l’eroe” del racconto è un Forrest Gump che si divide tra il deserto e una Los Angeles alle soglie della modernità. Il risultato è una favola ipnotica di poteri paranormali, amori sfrenati, denaro e redenzione, narrata dalla voce di due maestri della parola scritta.
(Ed. Baldini & Castoldi; Romanzi e Racconti)

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