La neve se ne frega – Luciano Ligabue

Incipit La neve se ne frega

Sono nato a settantanove anni. Meglio non poteva andare. Ovvio che parlo per me. Uno, quando parla, lo fa per sé. Gli altri di solito preferiscono nascite più lunghe. Tipo ottantacinque o novantadue anni. Poi naturalmente, si beccano, quella che gli danno. Gli altri sono gli altri. La mia è stata una nascita perfetta
Non ci vuole un cervello di tre chili per capire che i nati intorno ai novant’anni qualche inconveniente ce l’hanno. tipo doverne aspettare quasi una ventina prima che il corpo si faccia un po’ vivo. E se è vero che quelli come me si cuccano una decina d’anni di vita in meno, è anche vero che la pazienza richiesta è francamente troppo.
Io e la pazienza non è che ci frequentiamo granché.
Oppure, ancora peggio, avrei potuto avere una nascita più corta. tipo sessantotto. O addirittura di cinquantasei. Invece sono stati precisi: sessantanove. Sono un «orizzonte curvo». Davvero mi sentivo di ringraziare qualcuno. E se non loro, chi?

Incipit tratto da:
Titolo: La neve se ne frega
Autore: Luciano Ligabue
Casa editrice: Feltrinelli

Libri di Luciano Ligabue

Quarta di copertina / Trama

Il mondo è pulito. Le risorse rispettate. I bisogni soddisfatti. Un soffice rigore governa l’esistenza. Tutto secondo i diritti e i doveri del Piano Vidor. Siamo in un altrove temporale e nel migliore dei mondi possibili, sia pur a fronte di un controllo totale. Il Piano Vidor ha a cuore il benessere e la felicità delle coppie e infatti DiFo e Natura sono felici, secondo programma. Lavorano, fanno l’amore, frequentano amici, si lasciano intrattenere dalle forme di spettacolo consentite. Spendono insomma il tempo che è stato dato loro in sorte, con appassionata diligenza. Ma quel tempo, apparentemente così simile al nostro, è segnato da una profonda alterazione socio-biologica che ha a che fare con il mistero del nascere, del venire al mondo. DiFo e Natura sono destinati a imbattersi in quel mistero e ad aprire una fatale contraddizione nel paradiso del Piano Vidor. La neve se ne frega è un romanzo provocatorio, appassionato, generoso. Dribbla la fantascienza e inventa un mondo che finisce per dar forma a una innamorata nostalgia per l’uomo così com’è, per il mondo come noi lo soffriamo, lo conosciamo e non sappiamo cambiarlo. È un romanzo d’amore.
(Ed. Feltrinelli; Economica Universale)

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