Non esiste saggezza – Gianrico Carofiglio

Incipit Non esiste saggezza - Gianrico Carofiglio

Incipit Non esiste saggezza

Questo racconto è ispirato a un fatto realmente accaduto su un aereo, da qualche parte del mondo, nella primavera 1996.

“Mi scusi, posso farle una domanda?”
Quasi sobbalzai. Aveva parlato senza girarsi – solo un movimento appena accennato del capo – e senza preavviso. L’accento era impercettibilmente straniero. E lei era bella, con gli zigomi alti, un naso largo che le dava anche un aria decisa e simpatica, i capelli lunghi e scuri.
“Prego.”
Prego. Una vita che giuravo a me stesso che non avrei mai più usato quell’espressione, assieme a sale, buondì e altre schifezze del genere.
“Vorrei sapere il nome del suo profumo.”
(Racconto: Città)

Incipit tratto da:
Titolo: Non esiste saggezza
Autore: Gianrico Carofiglio
Casa editrice: Rizzoli

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Non esiste saggezza - Gianrico Carofiglio

Quarta di copertina / Trama

I racconti di Non esiste saggezza provengono dai luoghi della realtà quotidiana: sono volti che emergono dalla folla dei viaggiatori, in zone neutrali di transito. Soprattutto, figure di donne: con esse, la voce del narratore è partecipe, solidale, protettiva, come a voler condividere il peso di un segreto in varie forme doloroso, a volerle affrancare da un destino ostile. Appaiono improvvisamente: a un casello autostradale, la bambina solitaria chiede a un automobilista ignaro di accompagnarla verso il mistero. L’attesa notturna in un aeroporto è colmata dai versi di una poetessa russa, dalla sosta sfuggente di una sconosciuta. E, improvvisamente, queste donne scompaiono: dall’ambulatorio di una missione umanitaria, ultimo posto in cui sono state viste una dottoressa volontaria e la ragazza colombiana sua compagna, nella rischiosa sfida a ingiustizie e prevaricazioni. I personaggi maschili si trovano a cercare, a inseguire: un’impressione, un sospetto, una curiosità che li spinge oltre i limiti del prevedibile, talvolta del lecito. E la raccolta si completa con un vero e proprio romanzo di formazione in miniatura, ambientato negli spazi metafisici della Murgia. “Le cose non esistono se non abbiamo le parole per chiamarle.” In questa scrittura tersa domina un’esigenza di riscatto esistenziale e morale: con naturale maestria Gianrico Carofiglio dà un nome alle ombre e alle paure, ce le rende compagne di un viaggio che arriva fin dentro le nostre emozioni più profonde e più vere.
(Ed. Rizzoli; La scala)